Dagli anni ’80 si esce sempre vivi

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Ph Sara Pellegrino

Il già gremito gruppo del cantautorato italiano si è arricchito nell’ultimo anno di un nuovo talento frizzante e intelligente: Fulminacci. Filippo Uttinacci, questo il suo vero nome, ha vinto nel 2019 uno dei maggiori riconoscimenti della canzone d’autore italiana, quella Targa Tenco per l’Opera Prima vinta grazie al disco La vita veramente.

La vita veramente è un disco fresco che piace ai giovanissimi, ma che ha al contempo la forza di evocare i ricordi di chi giovanissimo non lo è più. È un album in grado di elevare piccoli gesti quotidiani a qualcosa di straordinario, come se tutti noi, anche nella normalità delle nostre vite, potessimo con un po’ di fantasia vivere in un film.

L’aspetto cinematografico è senza dubbio fondamentale nella produzione di Fulminacci che, con la sua scrittura e i suoi arrangiamenti, è stato in grado di creare un disco in cui tutte le canzoni ben si adattano a creare immagini e scenari.

Lo considero un album estremamente vario, quasi schizofrenico nella sua proposta stilistica, ma nonostante questo nessun brano risulta figlio unico, ha una coerenza tutta sua e rispecchia la mia voglia di sperimentare e di non fermarmi mai neanche quando sono soddisfatto. Parlo di amori e rincorse, di tangenziali e gite, tradimenti e caffè, sigarette, ascensori e semafori, insomma parlo della vita, veramente, ha detto l’artista sul disco.

Oltre alla title track e al singolo Borghese borghese, merita un particolare menzione il brano Tommaso che tratta di un amore adolescenziale pieno zeppo di piccole problematiche che a 18 anni sembrano essere enormi.

Il video, nato da un’idea di Antonio Sarubbi e dello stesso Fulminacci, ci riporta in un’atmosfera tipica degli anni ’80, in cui la recitazione volutamente a tratti macchiettistica, rende ancor più forte il rimando ad un mondo inverosimile ma estremamente comprensibile e riconoscibile. Sul finale, a sorpresa, si sbroglierà la trama svelando così un simpatico qui pro quo.