Dolceroma, film diretto da Fabio Resinaro e uscito nelle sale il 4 aprile, racconta con un potente mix di adrenalina e humor nero la corruzione e gli inganni che si celano nella capitale.
Andrea Serrano (Lorenzo Richelmy) è un giovane milanese con una vita allo sbando: vive in una casa popolare, si guadagna da vivere pulendo cadaveri, è perseguitato dai camorristi, e quando ha provato a scrivere un libro questo ha venduto meno di 200 copie. La svolta arriva quando una di queste arriva al produttore cinematografico Oscar Martello (Luca Barbareschi), uomo tanto ricco e potente quanto avido e opportunista, che propone ad Andrea di trarne un film. Il protagonista verrà a contatto con un mondo dove il successo va di pari passo con la meschinità, e sarà trascinato in un vortice di eventi dalle conseguenze imprevedibili, che tuttavia gestirà con una strategia cinica e criminale ancora più efferata di quella appresa dal suo mentore.
Sotto certi aspetti la pellicola si inserisce in tutta una categoria di film usciti negli ultimi anni, dove Roma viene descritta come una città corrotta e piena di opportunisti, tanto che Oscar chiede ad Andrea: “Se non sai mentire cosa ci fai a Roma?”. Dopo il crimine organizzato (Suburra) e l’ipocrisia dei salotti radical chic (La grande bellezza) ora Roma viene narrata attraverso il mondo del cinema: un mondo dove dietro le feste sontuose e il lusso sfrenato si nasconde una fitta rete di intrighi, dove per arrivare in cima devi bruciare tutto ciò che trovi sulla tua strada. In questo sistema si ritrova perfettamente Oscar, un arrampicatore sociale che ha sposato una donna più ricca di lui, sopporta a stento le proprie figlie e pensa solo al lavoro.
Ma anche Andrea viene fin da subito influenzato da questo mondo: dopo aver lasciato la periferia di Milano alla volta di Roma, inizia gradualmente a diventare sempre più simile a Oscar, oltre a essere sedotto dalla bella attrice Jacaranda (Valentina Bellè).
Barbareschi, che oltre a interpretare un produttore ha realmente prodotto questo film, dimostra ancora una volta il suo eccellente talento, mentre Richelmy eccelle nella figura dell’antieroe cinico e spregiudicato, tanto che le loro interpretazioni potrebbero essere considerate un passaggio di testimone dalla vecchia alla nuova generazione di attori. Tra le altre interpretazioni spiccano quelle della Bellè e di Claudia Gerini, quest’ultima nei panni della moglie di Oscar.
La regia di Resinaro, qui al suo secondo lungometraggio dopo il film di guerra hollywoodiano Mine, eccelle su più fronti: in particolare, spicca la scelta di girare tante scene al rallentatore o accelerate, tutto il contrario del film prodotto da Martello. La sceneggiatura riesce a tenere costantemente lo spettatore con il fiato sospeso, e allo stesso tempo a riservargli scene esilaranti, fino alla sorpresa finale. E lo trascina nell’Inferno della “Dolce Roma”.