Dramma ed emozioni nelle foibe di Rosso Istria

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Dramma ed emozioni nelle foibe di Rosso Istria

Dal mensile #CulturaIdentità

Ieri sera, malgrado il festival di Sanremo, quasi un milione di persone ha seguito il film sulle foibe Red Land andato in onda su Rai 3 con uno share che ha sfiorato il 4%. Il film ha finalmente fatto luce su una pagina buia della nostra storia che per più di cinquant’anni la sinistra italiana ha cercato di nascondere. Così grazie anche all’appello, lanciato dalle nostre pagine, dal presidente di #CulturaIdentità Edoardo Sylos Labini, al quesito presentato dai deputati di Fratelli D’Italia Federico Mollicone e Paola Frassinetti , all’impegno del senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri, la pellicola è arrivata in prima serata per celebrare la Giornata del Ricordo per volere del Cda Rai Giampaolo Rossi.

Una storia che al cinema non era stata mai raccontata. Eppure i Massacri delle Foibe sono una pagina triste del nostro Paese che merita una memoria. A pensarci è stato un regista italo argentino Maximiliano Hernando Bruno con Red Land – Rosso Istria prodotto da Venice Film con Rai Cinema.

Ci troviamo in piena Seconda Guerra Mondiale, nel settembre del 1943, e in alcuni territori già martoriati dai conflitti scoppia il caos. Le popolazioni istriane, fiumane, giuliane e dalmate, si trovano ad affrontare un nuovo nemico: i partigiani di Tito che avanzano in quelle terre, spinti da una furia anti-italiana. Alla fine si contarono ben 7.000 vittime tra donne, vecchi, bambini, partigiani italiani, intellettuali e contadini, militari e civili.

Circa 350.000 gli italiani che dovettero abbandonare le loro case e la loro terra. Un’operazione di vera e propria pulizia etnica. In questo contesto drammatico e crudele emerge la figura di Norma Cossetto, giovane studentessa dell’Università di Padova, violentata, uccisa e gettata in una foiba. Prima di morire, stava ultimando la sua tesi in Lettere dal titolo Rosso Istria, per il colore della sua terra ricca di bauxite.

Da qui il titolo della pellicola che si apre con Geraldine Chaplin, figlia del grande Charlie, nei panni di Giulia Visantrin che ai giorni nostri porta la nipote al Magazzino 18 del porto di Trieste, dove sono custodite le masserie degli esuli. Ai tempi era amica d’infanzia della povera Norma (Selene Gandini).

Un racconto corale che si arricchisce della magistrale interpretazione di Franco Nero, influente professore di italiano e veterano della prima guerra mondiale, che non arretra davanti alle minacce dei partigiani, non si lascia intimorire dagli schizzi di sangue sulla parete della stanza dove viene trascinato, anzi li sfida. Completano il cast Romeo Grebenseck (Mate, capo dei Titini), Vincenzo Bocciarelli (l’ufficiale Mario Bellini), Sandra Ceccarelli (madre di Giulia Visantrin) e Eleonora Bolla (la partigiana Adria Visantrin). Grazie all’ottimo montaggio di Marco Spoletini (Gomorra, Dogman), le circa 2 ore e mezza scorrono via veloci, un lasso di tempo durante il quale si resta in silenzio, inchiodati a questa vicenda resa cruda e realistica, fedele e non faziosa.

3 Commenti

  1. Si, mandato in onda su rai 3 ma, non potevano non farlo! Non potevano non farlo , ma hanno fatto il possibile perche’ lo vedessero pochissimi giovani;quasi tutti incollati sul festival! Lo hanno visto solo chi credeva gia’ in quell’orrenda pulizia etnica compiuta dai comunisti slavi “aiutati” dai comunisti italiani ! Penso che nessun comunista italiano di vecchia data abbia visto il film ! Pertanto ai piu’ giovani non e’ arrivato nessun messaggio ,che poi era quello di vedere come fossero e sono realmente i comunisti .Se veramente rai 3 voleva divulgare una testimonianza sulle foibe , avrebbe dovuto trasmetterlo in prima serata la domenica 10 febbraio; a festival terminato!

  2. La Slovenia e la Croazia sono state fatte entrare in Europa a Costo zero. Prima avrebbero dovuto pagare dei risarcimenti sostanziosi alle vittime dell’olocausto italiano

  3. Un film che da ITALIANI si vive in prima persona.
    Da far vedere in tutte le scuole.

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