Quegli italiani in Libia nel docufilm di Martina Melilli

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My home in Lybia, Martina Melilli in contro alle sue radici

Arriva un momento nella vita in cui devi incontrare le tue radici e Martina Melilli, classe ’87 (nata a Padova), con My Home, in Lybia lo fa in un modo tutto personale. Il documentario comincia col suo voice over in cui ci confessa: «mio padre è nato a Tripoli, Libia, nel 1961. Mio nonno, sempre lì, nel 1936. Negli anni del fascismo la Libia è stata una colonia italiana. Ho chiesto mille volte che mi venisse raccontata questa storia. Non è mai successo. Finora…».

Le foto sono sul tavolo, bisogna, però, mettere ordine per ricostruire ciò che è stato e per farlo parte dalla viva testimonianza dei nonni, Antonio e Narcisa. La videomaker sceglie di inquadrarli poco frontalmente, è come se volesse dar spazio al flusso di ricordi. Il bello è che lei compie un viaggio nei luoghi vissuti dai suoi familiari (prima del colpo di stato di Gheddafi nel 1969, a cui seguì l’espatrio forzato) chiedendo supporto a un giovane libico, Mahmoud, contattato tramite social network. Tocca a lui recarsi nei posti indicati dai nonni (dal negozio di riparazione di radio e televisori che avevano al cinema Corso in cui faceva l’operatore di cabina), divenendo gli occhi di Martina e, al contempo, narrando il Paese oggiMy home in Lybia, Martina Melilli in contro alle sue radici

Così, con delicatezza, si delinea la mappa del cuore sia di chi ha vissuto quei posti in una stagione dorata (i nonni, i quali a malincuore hanno dovuto lasciare quella terra) sia di chi sta cercando il proprio posto nel mondo. Da spettatori assistiamo e partecipiamo alle chat dei due giovani, con un’amicizia che cresce di messaggio in messaggio, azzerando i confini (molto toccante la scena del mare, in cui i due sono poeticamente uniti) e facendo emergere le differenze all’interno di una stessa generazione – nata, però, in paesi diversi – e tra la Libia di ieri e quella di oggi – in primis la perdita del senso di comunità e di relazioni umane (non è casuale che Mahmoud si leghi e confidi con Martina pur essendo a chilometri di distanza), senza contare le conseguenze nella quotidianità della guerra tra bande. Dopo il debutto Fuori Concorso a Locarno71, il film è stato presentato in prima italiana nella sezione Fuori Concorso a Visioni dal Mondo – Immagini dalla realtà, Festival Internazionale del Documentario (Milano, 13 – 16 settembre) e sarà proiettato martedì 18 settembre (h 21.40) al Cinema Beltrade come evento del Milano Film Network all’interno della Milano Movie Week ed è in procinto di partecipare a importanti festival internazionali.