Sorridendo si autodefinisce “un eracliteo, dunque membro di una fazione piuttosto minoritaria, se non inattuale” nello scenario politico-culturale italiano, eppure ci assicura che questo non gli “ha impedito di lavorare bene anche in presenza di avversità”. E’ Alessandro Giuli, ormai volto noto della televisione italiana, co-conduttore, insieme con Annalisa Bruchi, del talk show in onda su Rai Due il lunedì, in seconda serata, Night Tabloid. Lunga esperienza quella di Giuli, nonostante l’età relativamente giovane, che prima di approdare sugli schermi della Tv di Stato, ha lavorato a lungo presso il Foglio (dal 2004), di cui è stato anche vicedirettore e condirettore dal 2015, con una breve esperienza di nove mesi lo scorso anno da direttore di Tempi, il settimanale di CL. Un percorso professionale nel campo dell’informazione, con una collocazione precisa, “eraclitea” certo, ma decisamente distante da più comodi “sinistri” approdi, impreziosita da mai nascosti interessi storici, filosofici e, soprattutto, storico-religiosi molto particolari.
Dunque, Giuli, la coerenza e la schiettezza intellettuale non procurano necessariamente momenti off ?
Lei conosce qualcuno che possa vantare coerenza granitica e schiettezza intellettuale insindacabile? Io no, a cominciare da me stesso. In ogni caso, per indole e formazione non pratico l’autocommiserazione e non ho recriminazioni da fare.
Quali sono le principali differenze, da lei riscontrate, tra un osservatorio come quello del Foglio e quello, invece, di un talk show come Tabloid?
Il Foglio, ai bei tempi, era un giornale in cui facevamo una compiacente e orgogliosa fronda privata a Berlusconi grazie ai soldi pubblici e alla pubblicità di Mondadori. Night Tabloid fa servizio pubblico, come tutta la Rai in generale.
Se dovesse definire con un aggettivo l’attuale scenario politico italiano lo giudicherebbe più preoccupante, interessante o divertente?
Userei i tre aggettivi esattamente in quest’ordine.
Ma l’Italia come paese, secondo lei, ha un futuro? Quali sarebbero a suo avviso le priorità da affrontare?
Lavoro, fisco, immigrazione. Esattamente in quest’ordine. E fermo restando che l’Italia non è un paese, è “la Patria che ci ha generato” (Cicerone) e il suo Genio è pressoché immortale. Campo di Giove è un paese, bellissimo peraltro.
Lei è ritenuto, oltre che un bravo giornalista, un intellettuale straordinariamente raffinato. Eppure ad oggi ha dato alle stampe un solo libro, “Il passo delle oche”, un’analisi spietata della destra italiana e romana del primo decennio del XXI secolo. Qual è invece il libro che sta scrivendo o che si accinge a scrivere o che magari è già pronto nella sua testa e attende solo di essere messo nero su bianco?
Intellettuale ammìa?! Raffinato? Lei forse vuole ch’io la denunci per calunnia. Libri scritti e pubblicati, invero, più d’uno, l’ultimo dei quali su alcuni antichi culti romani [Venne la Magna Madre, ed. Settimo Sigillo]. Almeno per adesso è anche troppo.
Questo sugli antichi culti romani mi interessa. Lo comprerò. C’è sempre troppa poca cultura “alternativa”disponibile in giro, nelle librerie e non solo… A proposito, cosa è mancato alla destra in questi anni per mettere insieme un minimo di “sistema” in ambito culturale e giornalistico in grado di competere con l’egemonia di sinistra?
Gli uomini, gli esempi e un po’ di Fortuna.
Insomma quasi tutto. Ma secondo lei i valori dell’identità e della Tradizione, nonostante i limiti di chi li ha coltivati e ne è stato l’alfiere in questi anni, risulteranno vincenti nel futuro?
La Tradizione, in sé, ha già vinto ab aeterno e senza neppure dover combattere, essendo essa la totalità dell’esistente. Quanto ai tradizionalisti, vale il seguente precetto: il guerriero vittorioso prima vince e poi va in battaglia.
Chiudo con una domanda un po’ retrò: Gentile o Evola?
Marco Aurelio.