Alfio Krancic, dalle sue vignette uno spunto di riflessione
sulla tragedia delle Foibe e sull’Esodo
Sesto Calende celebrerà il Giorno del Ricordo (legge 92/2004) e onorerà le vittime dei Massacri delle Foibe e dell’Esodo venerdì 9 febbraio nell’Aula Consiliare,
dove si potranno ammirare anche 14 tavole sul tema.
Il testimone di quest’anno è il disegnatore Alfio Krancic, nato a Fiume, vignettista de Il Giornale, che ha vissuto sulla sua pelle la “riconoscenza” dello Stato italiano nei confronti di chi, abbandonando ogni avere, ha pagato per tutti gli italiani i danni di guerra alla Jugoslavia.
Venerdì 9 febbraio alle 18:00, in occasione della celebrazione del “Giorno del Ricordo”, nella Sala Consiliare del Comune di Sesto Calende, si terrà un incontro con Alfio Krancic*, vignettista de Il Giornale. Krancic è nato a Fiume nel 1948, quando la sovranità di quell’area era già ufficialmente passata alla Federazione Jugoslava (e quindi per sempre la sua carta d’identità riporterà la dicitura: nato a Fiume Jugoslavia). Dal 1949 al 1954 ha vissuto nel campo profughi di Firenze e può raccontare il trattamento che lo Stato italiano ha riservato ai suoi cittadini dell’Istria e della Dalmazia. Da lui sentiremo cosa ha significato vivere in un campo di accoglienza come quello di Firenze.
Questa testimonianza è il contributo del Comune di Sesto Calende al “Giorno del Ricordo”, per commemorare le vittime delle Foibe e dell’Esodo giuliano-dalmata. La conferenza verrà arricchita dall’esposizione di 14 vignette di Krancic sul tema, vignette pubblicate da Il Giornale.
Ogni anno il Comune di Sesto Calende contribuisce a onorare la legge con iniziative finalizzate a far conoscere un periodo di storia per troppo tempo tenuto nascosto ai cittadini italiani e completamente sconosciuto ai giovani. Il 10 febbraio 1947 venne firmato il Trattato di Parigi tra l’Italia e le potenze alleate. Da quel giorno l’Italia dovette cedere, tra l’altro, all’allora Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia, quasi tutta l’Istria e le città di Fiume e Zara. Dopo 57 anni di vergognoso silenzio, finalmente nel 2004 venne istituito dal Governo italiano il “Giorno del Ricordo” per commemorare, ogni 10 febbraio, le vittime dei massacri delle foibe e dell’Esodo giuliano-dalmata.
Negli anni passati il Comune di Sesto Calende ha organizzato diverse conferenze: nel 2014 “Esodo e Foibe: 57 anni di silenzi”; tre anni fa ha avuto luogo il dibattito con Ignazio La Russa e Luciano Violante sulla legge istitutiva del Giorno del Ricordo; nel 2016 invece, nel 70° della strage di Vergarolla, si sono accesi i riflettori sulla strage che nell’agosto del 1946 causò più di 100 morti (la stima più precisa parla di 110/116 morti) e indusse anche i più riottosi ad abbandonare definitivamente le proprie case e a rassegnarsi all’Esodo; l’altr’anno è stata la volta di Umberto Smaila, il testimone che non t’aspetti: Smaila è nato a Verona ma ambedue i genitori sono veri fiumani, orgogliosi di esserlo, che hanno insegnato al loro amato figlio a onorare la città d’origine della famiglia.
Quest’anno ci sarà la testimonianza di un noto vignettista, che ha sofferto sulla propria pelle e su quella della sua famiglia, la condizione di Esule. Sarà una conferenza, ancora una volta, diversa da quelle che l’hanno preceduta, ricca di ricordi personali. In particolare Krancic ci racconterà come ha vissuto i primi anni nel campo profughi e cosa ha significato per lui questa dolorosa esperienza.
Sesto Calende farà quindi la sua parte anche in questa occasione, nel solco delle parole espresse dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi durante il Giorno del Ricordo 2006: “L’Italia non vuole e non può dimenticare: non perchè ci anima il risentimento, ma perchè vogliamo che le tragedie del passato non si ripetano in futuro”
[…] Ma in Italia c’è ancora chi (e sono tanti) non dimentica e soprattutto onora la Giornata del ricordo ratificata dal Parlamento Italiano: domani, venerdì 9 febbraio, Sesto Calendecelebrerà questo giorno nella Sala Consiliare del Comune con Alfio Krancic, “nato a Fiume, vignettista de Il Giornale, che ha vissuto sulla sua pelle la “riconoscenza” dello Stato italiano nei confronti di chi, abbandonando ogni avere, ha pagato per tutti gli italiani i danni di guerra alla Jugoslavia” (Leggi QUI il comunicato integrale) […]
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