Punto d’orgoglio – libertario – di una destra che nella sua lunga e difficile storia ha dovuto pagare un alto prezzo per la “libertà” deve essere quello di rompere qualsiasi censura: non esistono autori da evitare, neanche quelli che possono sembrare più “compromessi” con le tragedie del ‘900.
Tutto ciò sarà possibile creando i presupposti di un pluralismo che entri anche nella dimensione comunicativa, nel mezzo televisivo e nella cultura pop.
Per la crescita della nostra comunità nazionale non si può prescindere dalla rottura del monopolio del politicamente corretto che esercita un’azione di blocco nei confronti delle reali possibilità creative italiane.
Inoltre, per ottenere un vero confronto – un “conflitto regolato” – tra culture diverse, occorrerà proporre veri e propri squarci di visuale.
Priorità di questa azione metapolitica deve essere quello di una rottura del “progressismo”: nel tempo si sono susseguite “civiltà” che non possono essere incasellate in senso gerarchico, secondo una dinamica progressista.
Solo questo approccio può aprire nuovi orizzonti nella percezione del mondo tradizionale, la sorgente della nostra identità, che il nostro popolo “sente” con nostalgia ma non riesce più a comprendere e a vivere.
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io penso La censura in certe condizioni é sempre uno sbaglio Il massimo poeta del 900 , Ezra Pound , silenziato per decenni fino a quando qualcuno si é chiesto cosa volesse significare la formazione di un movimento politico ispirato a Pound, ergo “casa Poud” Io pense
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