Giacomo Puccini raccontava che da bambino, il padre, organista a Lucca, lo portava spesso con sé sull’organo della cattedrale. Lo portava a guardare il possente e affascinante strumento, ad ascoltarlo, ma non solo: «Siccome io non ero pronto a toccare i tasti», ricordava il grande operista italiano, «egli vi metteva sopra delle monetine di rame. E io subito a correre con le manine e raccoglierle, e intanto le dita battevano sulla tastiera, e l’organo emetteva i suoni, e io senza saperlo cominciavo a prendervi confidenza e suonavo». Così iniziò a “suonare” (o quasi) Puccini.
Oggi, gli organi non si usano quasi più – nemmeno nelle chiese, ma questo è un altro paio di maniche – figurarsi se i bambini salgono più in cantoria… Oggi, i bambini e i ragazzi a malapena sanno cosa sia un organo. Proprio per avvicinare e incuriosire i bambini e i giovanissimi al “Re degli strumenti”, l’Associazione Serassi – Serassi è stata ed è una delle maggiori e migliori fabbriche organarie in Italia e nel mondo – ha deciso di dare alle stampe un libro insolito: La leggenda di Mastro Simplicius e altre fiabe per organo (pagg. 80, euro 20), una raccolta di storie fantastiche in cui il protagonista è proprio l’organo. L’autrice è la scrittrice per ragazzi e musicologa Lina Maria Ugolini, le illustrazioni sono di Tiziana Longo mentre il coordinamento del volume è del maestro Giosuè Berbenni.
C’è la storia del saggio organaro Simplicius che, in un piccolo paesello lacustre delle Alpi, salva dei bambini nascondendoli nei somieri del suo organo. C’è, poi, la storia d’Oriente in cui un magico organo ninfale custodisce i segreti della vita e sconfigge l’aria mortale del Re degli scheletro. In un’altra fiaba c’è la consueta redenzione del lieto fine: una strega cattiva sta trasformando i suoni che escono dalle canne dell’organo di un paese in monete d’oro mutando i placidi e generosi paesani in avari egoisti zii paperoni, ma per fortuna l’intervento di Fra’ Serafino che mette mano negli ingranaggi dello strumento riporta la serenità.
Nel mondo magico de La leggenda di Mastro Simplicius tutti i canoni della fiaba sono rispettati: i buoni e i cattivi, animali e creature strane, ambientazioni bucoliche. Accanto al mondo fiabesco, però, ecco i complicati, ma resi incantati, meccanismi dell’organo: le tastiere, la pedaliera, le canne, i mantici, i somieri, i ventilabri, i tiranti. Un universo, quello creato da questo libro, che accontenta e incuriosisce nei suoi aspetti fantastici e organologici i bambini, ma – ne siamo certi – anche gli adulti. Se l’avesse avuto Michele Puccini, tra una monetina e l’altra, l’avrebbe sicuramente letto, di ritorno dalla cattedrale di Lucca, al piccolo figlioletto Giacomo.