Roberto Cotroneo. L’espressione della vita è un’opera d’arte

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16142322_1186299228149836_6840588369983151178_nUna ragazza intenta a immortalare la Pala di Brera di Piero della Francesca in perfetta simmetria col dipinto. Una coppia accovacciata sul pavimento del Maxxi di Roma, sovrastata dall’opera di Anish Kapoor che pare amplificare i loro segreti. Un’anziana signora protesa in avanti quasi a voler entrare nelle tele di Balthus alle Scuderie del Quirinale.

Sono soltanto alcuni dei cinquanta scatti di Roberto Cotroneo, critico letterario nonché fotografo, che compongono la mostra Genius Loci–Nel teatro dell’arte visitabile fino al 4 giugno alla Galleria nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea a Roma.124441703-dd8d3fa6-2a35-4b90-ba07-ebad617e14ab

Il risultato di tre anni trascorsi a immortalare movimenti, espressioni, scambi più o meno amorevoli tra visitatori e opere d’arte in musei e gallerie di tutta Italia, dai Musei Vaticani agli Uffizi a Firenze sino al MART a Rovereto. A fare da set, dunque, spazi espositivi con astanti di ogni età nel ruolo di attori inconsapevoli, diretti dal regista sociologo Cotroneo che, imbracciando la macchina fotografica, scandaglia il rapporto tra pubblico e arte. Mantenendo nell’altra mano la penna con cui scrive le didascalie che accompagnano le foto racchiuse anche nel volume omonimo (Contrasto, 130 pp., 22 euro). Un esperimento narrativo in cui lo sguardo del giornalista non si posa su dipinti e sculture bensì su gente comune che si stupisce, corre, legge, fotografa le opere o si distrae.

Affascinato dall’alchimia creatasi tra architettura, arte e spettatori, Roberto Cotroneo conduce così il visitatore/lettore tra ombre e riflessi di luoghi sacri, in una dimensione atemporale, disvelando come il genius loci non è il capolavoro artistico bensì il pubblico che attraversa le sale e  le anima con le proprie emozioni, ignaro di essere a sua volta osservato.