La sua intervista in queste ore di marce pro migranti sta aprendo una discussione sulle nostre pagine. L’attore romano ha chiamato la nostra redazione per chiarire alcuni punti importanti sull’argomento.
Con la sua proverbiale schiettezza, Luca Ward si interroga e ci dice la sua su temi di stringente attualità come precarietà , immigrazione e scempi ambientali. Il popolare attore romano, presto a teatro con il musical Mamma mia!, si racconta a OFF.
Luca, presto ti vedremo in una nuova versione del musical Mamma mia!…
Ho detto sì con entusiasmo al produttore Massimo Romeo Piparo, che ha deciso di coinvolgermi in questo progetto assegnandomi un personaggio originario di Ostia, come me. Partiremo in estate con un tour che toccherà molti teatri d’Italia, tra cui il Sistina di Roma.
Quanto è difficile lavorare a teatro?
Io mi ritengo fortunato ma la situazione, in generale, è drammatica. La gente pensa che sia tutto rose e fiori ma non è così. L’altra notte ho sentito, nel corso di un TG, che in Italia tra attori, maestranze, tecnici, registi e sceneggiatori siamo tre volte il numero degli operai della Fiat, eppure nessuno parla mai di noi lavoratori precari. Sono sempre di più i miei colleghi che, per sopravvivere, lavorano come camerieri.
Hai sempre voluto fare l’attore?
No, mi sarebbe piaciuto fare il pilota di linea. Poi, però, son dovuto diventare attore per necessità . Ho perso mio padre quando avevo 13 anni e mia madre rimase sola, senza un lavoro, e con tre figli a carico. E a quel punto cominciai a lavorare nel doppiaggio e a teatro per poter sbarcare il lunario.
Sei sempre stato un uomo schietto, uno di quelli che non le manda a dire.
Sono un uomo indipendente. Io, per esempio, quelli che si schierano politicamente non li riesco a capire. Un tempo gli artisti erano anarchici, oggi si rendono patetici. Quando ho saputo che Bruce Springsteen era andato a suonare per sostenere la Clinton alle Presidenziali americane, ho chiuso in un cassetto tutti i suoi dischi.
Sul fronte sociale, però, non ti sei mai tirato indietro, per esempio contro la discarica di Malagrotta o contro la violenza sulle donne…
Lo faccio perché vorrei lasciare ai miei tre figli un mondo migliore. La discarica di Malagrotta, per esempio, è uno scempio: tra inquinamento di falde acquifere e aumento di malattie gravi. Li sbatterei tutti in galera, quelli che hanno provocato questo disastro ambientale. Come il problema degli immigrati: è una vergogna che trattino quelle persone come dei carcerati.Anziché mandare questa povera gente in strutture che sembrano dei lager, perché non farla lavorare e farci aiutare a rimettere in piedi il nostro Paese? Perchè sono un business, ogni immigrato che entra in Italia sono soldi assicurati per qualcuno. E non esiste un progetto che garantisca agli italiani e a questi disperati un futuro possibile insieme.
E sulla marcia pro migranti dei giorni scorsi cosa pensi?
Ognuno può manifestare liberamente le proprie idee ma se dietro non c’è un progetto per risolvere questo problema c’è il rischio di creare soltanto tensioni sociali e ghetti che in questo momento non ci servono.
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