Quelle registe che scelgono il porno d’autore

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vanput_g_fig1Un’ora d’attesa alla porta rossa del Cinema Detour di Roma per un film di venti minuti. Vento gelido e ridda di persone. La regista, Monica Stambrini, distribuisce biglietti ai presenti; ancora non è chiaro se riusciremo a entrare. Il montatore del film, in fila come noi, dice: “È un porno particolare, a un certo punto diventa anche fantasy”. Seduzione in giardino. Estate. Esterno sera. Lui (Luca Lionello) è ubriaco, lei (Janina Rudeska) troppo bella; ecco servite le premesse per una clamorosa cilecca, con rientro deluso alla festa in cascina della sconosciuta in abito da sera senape. Così, il marcantonio in abito scuro s’inoltra nel bosco e incappa in una sorta di Venere di Willendorf (Valentina Nappi), con la faccia di Matthew Barney nel ciclo Cremaster. Vediamo una colposcopia vaginale registrata in low definition con il cellulare, e il clitoride fallico della belva in bella mostra. Tutto questo fino allo scioglimento del nodo erotico, con estrema soddisfazione di entrambi. Esterno tramonto. 17360649_10212599453490253_1589160459_nL’uomo del nostro racconto, alla guida della sua cabriolet, mostra una poderosa erezione, che la regista svela essere una protesi. Forse non molti fra voi conoscono Le Ragazze del Porno: un gruppo di registe italiane, dai 25 ai 75 anni, con esperienza nel cinema indipendente e mainstream, il teatro, la televisione e la Videoart, capitanate da Tiziana Lo Porto. Una crew che aveva già dato un assaggio del suo senso dell’eros d’autore con la proiezione di Behind the green door (Prodotto e realizzato dai fratelli Mitchell nel 1972, nella cosiddetta Golden Age del cinema adulto) al Teatro Valle di Roma nel 2014. ‘Ragazze’ aderenti al diktat di una dimensione del piacere vicina al desiderio femminile, a come si accende, soddisfa e declina per immagini, nonché alla sua indomita e sconosciuta ‘selvaggezza’.

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