“Parliamone Sabato” è stato chiuso. Il talk show del sabato pomeriggio chiuso con tanto di comunicato del Direttore generale a cui sono seguite le scuse del Direttore di Raiuno e della Presidente. Pietra dello scandalo? Il servizio trasmesso sabato scorso sulle “Donne dell’est”. Nello specifico elencava un decalogo sui motivi che spingerebbero gli uomini italiani a scegliere una fidanzata dell’est. Apriti cielo!
Perbenisti e moralisti si sono fiondati sul programma definendolo sessista e razzista. Per un banale servizio di costume con tanto di decalogo umoristico? Io lo trovo assurdo per due motivi. In primis perché conosco Paola Perego e non è né sessista né razzista. È una donna, una moglie ma soprattutto una mamma e non parlerebbe MAI contro le donne. In secondo luogo perché credo che la Rai stia diventando sempre più contraddittoria e moral perbenista. Vorrei ricordare ai vertici di Viale Mazzini che ci sono programmi, seppur trasmessi in fasce serali e che si nascondono dietro la veste comica, che sviliscono molto le donne con battute e facile ironia. Per non parlare della contraddittoria presenza del canone Rai nella bolletta dell’energia. Tornate a fare solo servizio pubblico. Allora sì che il canone sarebbe una tassa “sincera”. Ma questa è un’altra storia…
Detto questo, il tema del servizio al centro dello scandalo mi sembra attualissimo e, seppur esasperato da alcuni punti presi qua e là, lo trovo un ottimo spunto di riflessione per un talk. Di certo molto meglio che parlare della famiglia Reale d’Inghilterra e delle presunte marachelle del Principino Harry. Tornando al servizio in questione, non me la prendo nemmeno con gli autori, come hanno scritto in molti, perché ripeto, non ci trovo niente di male. E poi scusate: cosa ci trovate di sessista e razzista in questo decalogo? Dire che le donne dell’est solitamente dopo la gravidanza tornano in gran forma è sessista? Dire che non indossano tute e pigiamoni e che sono sexy lo è? Affermare la loro probabile predisposizione al perdono di un tradimento evince in qualche maniera la loro inferiorità sull’uomo? Credo proprio di no. Non sarà forse questo decalogo frutto di qualche statistica, seppur blanda, ma pur sempre ricavata da dati e interviste? Si è trattato veramente di un servizio determinante per la chiusura di un programma? O forse c’è altro? Domande a cui non so dare una risposta ma il cui interrogativo mi provoca una “risatina”. Ironica naturalmente. Spero che Paola possa migrare altrove, in altre aziende capaci di esaltare la sua bravura e la sua bellezza. Diciamolo, le luci in Rai fanno davvero pena!
Paola, si chiude una porta, si apre un portone. Te lo auguro. E come dico sempre io … ça va sans dire!