Da oltre trent’anni sotto l’albero non può mancare il cinepanettone. Una tradizione che si è consolidata negli anni e che soprattutto ha tenuto in vita il cinema italiano, anche nei momenti più difficili. I fratelli Vanzina, Neri Parenti, la Filmauro di De Laurentiis, Christian De Sica e Massimo Boldi sono i pionieri di questo genere cinematografico. Commedie brillanti, tutte dense di situazioni intriganti ma anche di colossali equivoci che hanno divertito il pubblico in sala. Rigorosamente generazionali, ambientate in località esotiche ma che hanno più o meno a che fare con le vacanze natalizie. Un vero filone. Che ha continuato a brillare negli anni. Seppure ripetitivi nella trama e troppo spesso grossolani. La miglior definizione l’ha data Christian De Sica quando ha detto che i cinepanettoni sono un po’ il discount del cinema. Ognuno di loro si può smontare, stroncare e rimontare con grande facilità.
Nulla da eccepire. Vuoi per le situazioni da favola in cui anche l’imbranato può conquistare la più bella di tutti, vivendo delle situazioni grottesche ma anche da favola. Vuoi per i tradimenti spesso organizzati ma quasi sempre non riusciti, oppure pagati a caro prezzo. Un sogno, nulla più. Ma da condividere con tutti. La realtà invece è fatta di battute indimenticabili dei vari personaggi, diventate un cult, come alcune delle scene più famose, viste e riviste negli anni, al punto da essere imparate a memoria in ogni dettaglio. Anche quello apparentemente più insignificante, come una smorfia o un imbarazzante sorriso.
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Oggi però la musica è cambiata. Quest’anno i cinepanettoni hanno varcato la soglia dell’eccesso e di conseguenza hanno toccato la crisi e l’onta delle sale vuote. A competersi lo scettro del box office si sono presentati in sette. Un’overdose. Una scelta suicida, come hanno ammesso – troppo tardi però – produttori e distributori. Anche perché – bene o male – seppure siano diverse le location trattasi pur sempre delle solite commedie basate sull’equivoco e sul grottesco. La cena di Natale (con Scamarcio e Chiatti); Natale al sud (Boldi); Natale a Londra (Lillo e Greg); Non c’è più religione (Bisio e Gassman); Poveri ma ricchi (De Sica); Fuga da Reuma Park (Aldo, Giovanni e Giacomo); Mister felicità (Siani): il primo è uscito addirittura il 24 novembre per bruciare tutti i competitor, l’ultimo uscirà il primo gennaio.
Viene da chiedersi se ci sarà uno spettatore che riuscirà a vederseli tutti? Se così fosse meriterebbe un premio. Magari di partecipare al set di un prossimo film.
Il troppo stroppia, diceva a ragione Mary Poppins. E infatti i risultati degli incassi sono stati deludenti. Anche perché la scena e il box office sono diventati terra di conquista per il colosso Rogue One, l’ennesimo capitolo di Guerre Stellari. Comunque grazie ai panettoni lo spettatore seduto in sala si è girato negli anni mezzo mondo. Da Cortina alle Bahamas, da Rio a Beverly Hills, dal Sudafrica ai Caraibi, da New York a Londra, da Miami alle Crociere, Nilo compreso. E il tutto al prezzo di un biglietto del cinema. O meglio, del cinepanettone.
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