Arte di qua, arte di là…ma cos’è un capolavoro?

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libro_fotoLa grande storia del merito nell’arte. Tradotto: quando si può parlare di capolavoro? Ma soprattutto, perché? Come ebbi modo di scrivere in un agguerrito pamphlet, pubblicato in allegato con il Giornale, per la collana Fuori dal coro, quello tra l’arte e la contemporaneità è un proprio un bel matrimoney. L’art system è intriso di guadagni, strategie di mercato, business e scuse di rivoluzione. «L’arte è un investimento di capitali, la cultura un alibi», diceva Ennio Flaiano. E si vede. Oggigiorno, con la «scusa della cultura» da estendere in ogni piega del mondo, le tasche si riempiono e la notorietà divinizza l’estetica e l’artista, sempre più lontano dalla figura di artigiano del significato, dell’etica. In tinta coi tempi che ci sussurrano: l’arte vale perché costa e non costa perché vale, parafrasando Angelo Crespi.

Proprio lui firma la prefazione di un’opera fondamentale per distinguere scemi e schemi: “I segreti dell’arte moderna e contemporanea” (Newton Compton Editori, pp. 245, Euro 10) di Alessandra Redaelli, critico d’arte, già impegnata nella dissacrazione dell’inutile – e nel recupero del buon senso – con Keep Calm e impara a capire l’arte. Da Van Gogh a Andy Warhol, da De Chirico a Jeff Koons. Tutto ciò che dovete sapere per riconoscere i capolavori. Cosa rende un’opera immortale? Tre dinamici capitoli da cui non si sfugge, per andare, allegramente, alla ricerca di chiavi meravigliose e misteriose utili ad interpretare le opere e la loro grandezza. Per cogliere l’espressione più alta del genio, quella capace di raccontare un’epoca, un mondo, una realtà e un modo di sentire. Alla Redaelli va riconosciuto il merito di aver creato un capolavoro, appunto, d’intelligenza critica, nonché l’alto spirito di servizio: insegnare a nuotare nel fango della contemporaneità.