Inaugurato il nuovo Roma Convention Center all’Eur, da oggi “tra Roma e il cielo” fluttuerà la Nuvola di Fuksas.
Il progetto, voluto da EUR SpA, tende a una nuova ricandidatura del quartiere romano a simbolo del Nuovo; e, settanta anni dopo il razionalismo del ventennio, lo fa utilizzando non solo materiali e tecnologie estremamente avanzate, ma anche sfuggendo del tutto alla razionalità della geometria euclidea.
La Nuvola, che è il fulcro del nuovo centro congressi, è infatti un oggetto del tutto privo di una forma definita, che trae ispirazione dai viaggi transoceanici di Fuksas negli anni novanta. Il rapporto tra il “sopra” e il “sotto” delle nuvole, osservate dall’aereo, è stato rivelatore per l’archistar, che pone infatti l’accento – ancor più che sulla sua nuvola – sugli spazi tra essa e la gigantesca teca di vetro che la racchiude.
Un nuovo punto di riferimento quindi, che entrerà nell’immaginario del quartiere: come dice l’architetto, “dall’interno si vedrà l’esterno, e dall’esterno la notte si vedrà questa grande lampada e darà un segno”. La geometria molto semplice dell’Eur non cambia: la complessità è stata data all’interno.
Tre sono gli elementi che, intersecandosi, costituiscono il nuovo complesso, costruito su una superficie di quasi sessantamila metri quadri: La Teca, ovvero il contenitore; la Nuvola, in nervature d’acciaio rivestite da un telo trasparente, che ospita l’auditorium per 1800 posti; e la Lama, ovvero l’albergo, alto 55 metri, con 439 stanze e pensato come struttura autonoma.
E la progettazione del complesso si contraddistingue per un approccio eco-compatibile, volto a ridurre il consumo energetico: dal sistema di climatizzazione che consente un consumo ottimale di energia in funzione dell’affollamento dei locali, alla copertura della teca con elementi fotovoltaici che consentono una produzione naturale di energia elettrica.
Perché il futuro dell’architettura non può prescindere da quello dell’ambiente che la ospita.