Il “coraggio” infame di chi spranga un disabile

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Sprangare un ragazzo disabile, con lucida freddezza e del tutto gratuitamente. Guardate italiani. Guardate. Perché in questo Paese nessuno, proprio nessuno, potrà scagliare la prima pietra, ma l’ipocrisia di Stato, la retorica di regime e la mera salvaguardia di determinati ambienti, di determinate logiche, iniziano sinceramente ad essere disgustosi.

Centro sociali, o chi per loro. Il territorio nazionale si trasforma, troppo spesso, in un parco giochi per bamboccioni irresponsabili. Costoro non li vedrai mai assaltare una banca, in nome dell’anticapitalismo, in pieno giorno, in pieno centro, fuori da un corteo, magari a volto libero e in quattro. Figurarsi. Evidentemente, nei più loschi e bassi meandri della sinistra oltranzista, anacronistica, la violenza, somministrata in dosi costanti assieme alla codardia, è antica abitudine. Parte ieri, come quando qualcuno pensò di andare oltre, dando fuoco ad un appartamento a Primavalle, uccidendo due giovanissimi fratelli, i Mattei, distruggendo una famiglia, o come quando i bravi studenti modello universitari decisero di aspettare sotto casa un giovanotto che non la pensava come loro, Sergio Ramelli, e di spaccargli la testa con una chiave inglese Hazet 36, ammazzandolo; prosegue oggi, tra vetrine fracassate, libri strappati, estintori lanciati, agenti feriti o all’angolo della strada, volto coperto, casco in testa, cinquanta contro venti o cento contro quattro. La matematica è un’opinione: la loro. Da sempre.

Nessun dialogo, nessun avvertimento, nessun senso. Questa è rivoluzione, è idea o frustrazione?

In questo triste Paese, nessuno può scagliare la prima pietra. Eppure è l’ora di dare una risposta forte e definitiva a tutto questo. Pretendo l’indignazione di Matteo Renzi e di Laura Boldrini, di Emanuele Fiano, campioni del piagnisteo e della messa al bando di pensieri, parole, opere e omissioni; campioni del rispetto, della tolleranza, della gioia arcobaleno. Roma. “Nel corso di un’attività di propaganda elettorale presso uno dei banchetti di Casapound, in via dell’Acqua Bullicante, presidiato dalle forze dell’ordine, un gruppo di circa 20 estremisti travisati e armati di bastone ha attuato un’azione violenta di disturbo, contenuta dagli agenti presenti. Nell’occasione 4 operatori di polizia hanno riportato lesioni. Nel corso dell’intervento i facinorosi hanno sottratto alle forze dell’ordine un fermato. Sono al vaglio degli investigatori gli elementi già acquisiti per l’identificazione dei responsabili” (Il Messaggero). Nel corso degli scontri ha riportato diverse ferite anche un giovane disabile che era presente al gazebo assieme ai militanti di CPI.

Pretendo una risposta: Cos’è democrazia? Cosa è fascismo, chi è fascismo, oggi – in un momento decadente in cui la parolina magica, totalmente fuori senso, viene infilata ovunque. Fasci sono quelli che ti tagliano la strada sulle strisce o i non-amici del PD -? Perché costoro, senza uno scopo, senza una meta, senza voglia e senza interesse, i rivoluzionari del bivacco sociale, in qualche sporca maniera devono sempre farla franca? Perché ancora si possono permettere di fare tutto questo?

Chi è senza peccato scagli la prima pietra. Pertanto, chiedo al mio Paese una reazione, chiedo l’inasprimento delle pene per chi, ancora oggi, esercita violenza politica gratuita. Chi lo fa, lo farà a suo rischio e pericolo. Soprattutto nella dorata terra della plastica, dell’ipocrisia e dell’asservimento. Degna rappresentazione di una terra morente.

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Emanuele Ricucci
Emanuele Ricucci, classe ’87. È un giovanotto di quest’epoca disgraziata che scrive di cultura per Il Giornale ed è autore di satira. Già caporedattore de "IlGiornaleOFF", inserto culturale del sabato del quotidiano di Alessandro Sallusti e nello staff dei collaboratori “tecnici” di Marcello Veneziani. Scrive inoltre per Libero e il Candido. Proviene dalle lande delle Scienze Politiche. Nel tentativo maldestro di ragionare sopra le cose, scrive di cultura, di filosofia e di giovani e politica. Autore del “Diario del Ritorno” (2014, prefazione di Marcello Veneziani), “Il coraggio di essere ultraitaliani” (2016, edito da IlGiornale, scritto con A.Rapisarda e N.Bovalino), “La Satira è una cosa seria” (2017, edito da IlGiornale) e Torniamo Uomini (2017, edito da IlGiornale)