David Hume rinasce dalla Calabria

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Spartaco Pupo
Spartaco Pupo

La riscoperta di David Hume è calabrese. Ha preso vita – infatti – una grande operazione intellettuale realizzata dal docente dell’Università della Calabria Spartaco Pupo coadiuvato dell’editore Rubbettino. Ecco “Libertà e Moderazione. Scritti politici” (Rubbettino, pp. 314, Euro 19,00) volume in cui per la prima volta gli scritti politici di Hume sono stati raccolti interamente. Sono inclusi 29 saggi ripubblicati seguendo fedelmente il volere di David Hume, sulla base della sua ultima edizione del 1777. Più di quattro anni per un lavoro che ha la pretesa di restituire a Hume il suo vero pensiero politico

Si tratta della prima edizione italiana completa, non solo perché le precedenti contavano lacune, data l’assenza di numerosi saggi importanti, ma erano edizioni in cui i “tagli” dei saggi stessi di Hume furono operati sulla base della brevità e di alcuni “pregiudizi” di natura ideologica. Davide Hume è un autore che la storiografia ufficiale italiana non è riuscita a classificare nelle canoniche letterature, un autore difficile da comprendere perché sfugge alle note della “modernità politica”. Un classico del pensiero storico, Hume, si rivela il primo, vero conservatore dei tempi moderni, per avere inaugurato – anticipando di qualche decennio – le tesi controrivoluzionarie di Edmund Burke, un conservatorismo “politico” nel vero senso del termine, libero dall’influenza del tradizionalismo religioso e basato sulla difesa dell’ordine, della sicurezza e dell’interesse della nazione, su una visione realistica dell’esperienza politica e sulla diffidenza verso il radicalismo, lo spirito di innovazione violenta, l’arroganza razionalista, la retorica ideologica e il fanatismo settario. In Hume abita una netta presa di distanza dal razionalismo illuminista, a favore di quello che gli studiosi hanno definito una forma di “illuminismo conservatore”. Da realista considera la politica per come è: in senso “machiavellico”. Tra i suoi seguaci più convinti Antonio Genovesi primo professore in Europa (a Napoli) ad occupare la cattedra di economia politica. La ricchezza delle nazioni deriva dall’interscambio e dall’emulazione gelosa tra le nazioni: scambio non di merci ma di idee.

Per Hume la produttività non è sinonimo di “profitto” in senso economico e materialistico ma idealizzazione ovvero produzione di idee per lo sviluppo. E’ Hume il vero iniziatore dell’economia politica liberale. Spartaco Pupo traduce il termine “nation” in nazione e non – come sino ad oggi è stato fatto – in “popolo”. Il tratto distintivo del lavoro è senza dubbio l’originalità dell’interpretazione del curatore. Una lettura non convenzionale di Hume come “altro” del laicismo empirista anglosassone. Ecco dunque Hume capostipite del conservatorismo liberale. La riflessione civile di Hume si pone in contrasto con quella dei teorici del cosiddetto “contratto sociale” – Hobbes, Locke, Rousseau – i quali sostengono che all’origine del potere politico vi sia la scelta razionale dell’uomo d’uscire dallo “stato di natura”, per porsi sotto il più comodo ombrello protettivo dell’autorità. Hume ritiene, invece, che il potere abbia una matrice convenzionale: la sua reiterazione nel tempo lo legittima e soprattutto lo rende effettivo, senza la necessità d’indagare più di tanto le ragioni per cui l’obbedienza sarebbe dovuta. Più che il consenso volontario, a legittimare l’autorità è l’abitudine, che Hume definisce la «grande guida delle vita umana».

Non va dimenticato come la linea d’evoluzione si disegna autonomamente grazie all’operare concreto delle istituzioni e che «lo spirito d’innovazione è di per sé pernicioso» e conduce troppo facilmente al fanatismo. La vita politica deve ispirarsi alla pacatezza, e il governo deve agire tutelando in modo particolare la proprietà, istituzione su cui si fonda non solo la vita sociale, ma lo stesso senso di giustizia degli uomini. Il lavoro di Spartaco Pupo aggiunge, ancora una volta, una miriade di ragioni per cui Hume meriti di essere ricordato. Dopo le lectio magistralis all’Università Cattolica di Milano ed alla Feltrinelli di Cosenza sarà – a giorni – la Fondazione Luigi Einaudi ad ospitare il docente universitario dell’Unical autore di un unicum letterario divenuto già antologia.