Emanuele Dascanio. In principio la LUCE

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E’ difficile dire se nelle tele di Emanuele Dascanio la luce prevalga definitivamente sul nero, oppure le tenebre siano sul punto di riconquistare la perfetta oscurità. Sono su la linea incerta, al limite del nero, gli oggetti e i volti ritratti, e non è chiaro se stiano per svanire o se, al contrario, siano appena nati alla chiarità. D’altronde la tecnica scelta, quella dell’iperrealismo, tende nei risultati – specie se eccelsi come in questo caso – a competere con la fotografia che già nel suo etimo ricorda la natura scrivente della luce. Eppure, non ci sarebbe mondo senza il contrappasso del buio, senza la persistenza delle ombre. Ed e proprio nella perfetta dicotomia, che si concretizza l’effetto stravolgente di una pittura che imitando la natura, quasi la travalica. Ma non c’è nessun compiacimento in Dascanio, nessuna posa estetizzante, nessun virtuosismo barocco, piuttosto lo sguardo secco, diritto di chi rappresentando le cose le fa esistere. E basta.

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Certo, poi si nota l’amore per il dettaglio di memoria fiamminga, l’abilità quasi caravaggesca, la capacità rara di regalare calore e poesia a uno stile di pittura – quello appunto dell’iperrealismo – spesso caratterizzato da una algida perfezione. Così si presenta Emanuele Dascanio, giovane ormai affermato sulle orme del mito di Chuck Close, protagonista di una personale alla Fondazione Maimeri, occasione per fare il punto su una carriera ancora agli inizi, ma già ricchissima di riconoscimenti.

La luce sontuosa dell’olio nelle nature morte e la vellutata consistenza del carboncino e della grafite nei ritratti danno vita a una serie di opere dalle suggestioni ipnotiche. Nei ritratti, il bianco e nero si fa sinfonia sulla pelle e sui capelli di fanciulle dall’aura vagamente mistica, semidee inarrivabili che emergono dal buio come apparizioni. Un gioco di equilibri tra eros e spiritualità che culmina nel ritratto a figura intera della ragazza in lingerie, che giace abbandonata su un groviglio di lenzuola, in una posa che ricorda però una deposizione classica. E se le figure femminili sono quelle di donne giovani e bellissime, per i ritratti maschili Dascanio predilige uomini vecchi, scavati dai solchi delle rughe, testimonianze della vita vissuta. Immagini di saggezza quasi scolpite, solco dopo solco, dalla sua implacabile matita. Infine, le nature morte, dove l’ispirazione seicentesca è più esplicita: la verdura rappresa nella posa eterna, la frutta still life che si spalanca a rivelarci l’interiore più succose.

AMPLECTI VITAE - oil on canvas 160x110

Una personale nata per suggellare la collaborazione tra l’artista e Maimeri/Fila cominciata l’anno scorso quando Dascanio è stato chiamato a studiare il packaging delle matite e degli acquerelli Lyra, da sempre considerati in tutto il mondo gli strumenti migliori per il lavoro degli artisti.

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>Emanuele Dascanio
Sulla soglia della luce

Spazio Maimeri
C.so C. Colombo 15, Milano

Inaugurazione il 4 novembre alle ore 19.00

La mostra sarà aperta al pubblico fino al 20 novembre
orari: dal martedì al venerdì dalle 14.00 alle 19.00 e il sabato e la domenica dalle 10.00 alle 18.00

Per informazioni: 02 87391016