In tempi di “inglesizzazione” e multiculturalismo universale esiste una ricetta – è proprio il caso di dirlo – contro gli esotismi che arriva direttamente dal ‘900. Se pensavate che il Futurismo fosse solo dinamismo, simmetria ed arte, vi sbagliavate. Una tra le più grandi avanguardie del XX secolo che non finisce di stupire, ancora oggi. La Giostra d’alcol, il Rigeneratore e l’Inventina. Cosa sono? Semplice, polibibite ovvero la versione italianizzata – e futurista – dei cocktail.
L’autarchia da bere è servita. Queste e molte altre ricette sono contenute in “La Miscelazione Futurista – Polibibite, la risposta autarchica italiana ai cocktail degli anni Trenta” (CocchiBooks, pp 328, 28 euro) scritto dal barman e studioso Fulvio Piccinino. Il libro illustra nei dettagli la preparazione di varie formule, tutte rigorosamente prodotte con liquori nazionali, alcune delle quali contenute ne “La cucina futurista”, del 1932.
Dopo studi e ricerche tra mercatini dell’usato, biblioteche e collezionisti, il sapiente lavoro di Piccinino riporta in auge le miscelazioni che accompagnavamo l’audacia e lo spirito di provocazione dei maestri futuristi, espresso anche nella cucina e nel buon bere. Tra filologia e attualità, 18 curiose polibibite ed una corposa appendice in cui trovano spazio i trucchi per realizzare un aeroaperitivo futurista. Un progetto ricco a cui hanno preso parte, oltre alla storica casa astigiana Giulio Cocchi che ha promosso l’iniziativa in veste editoriale, Campari, Pallini, Strega ed altri marchi, in una sinergia nata dalla comune volontà di incentivare lo sviluppo e la diffusione della miscelazione italiana in un panorama in cui le ricette anglofone la fanno da padrone.