Bob Dylan cantava con voce ideologica e cosmopolita The Times They Are a-Changin’. In quell’ancestrale 1964 Raffaele Bonanni, che per altro ha una spiccata passione per la musica – “preferisco la musica jazz e canto pure, ma solo per gli amici e i familiari; sono convinto che chi non ama la musica ha un cuore oscuro” – aveva 15 anni, ma avvertiva anche lui “che i tempi stavano cambiando”. Diploma all’Istituto commerciale, una esperienza “come portiere di notte a Lignano Sabbiadoro, poi vado a fare il manovale in un cantiere edile. Presto divento il rappresentante sindacale di quelle persone, splendide”. Giovane, capace, Bonanni interpreta il cambiamento nel senso “sociale” del termine. Da qui, dalla giovinezza di Bonanni, che lo porterà, attraverso un cursus honorum micidiale, a diventare Segretario generale dalla CISL dal 2006 fino alle dimissioni del 2014, prende avvio la discussione tenutasi a Riccione, nell’ambito del ciclo “R-Incontra”.
I giovani oggi: armatevi e partite. “Nell’epoca del benessere l’amore filiale è una colla. Spero che i genitori non siano un freno all’intraprendenza dei figli. Quando il sindacato mi chiese di sperimentarmi a Palermo, non feci alcun problema, anzi. Adesso l’esigenza di vivere comodamente frena i nostri ragazzi. Ma i giovani di oggi devono fare esperienza nel mondo, è necessario, perché se non conoscono il mondo non riusciranno mai a interpretarlo”.
Siamo spettatori, non protagonisti. “Per essere vera, una democrazia deve avere i partiti. Ma adesso ci dicono che i partiti appartengono al vecchio mondo. Eppure, senza i partiti e senza la formazione politica, chi fa la selezione? A vincere sono solo le grandi lobby. Uno come me, di origini umili e che viene da un piccolo paese di provincia non potrebbe mai farcela nell’Italia di oggi. Il fatto è che siamo diventati spettatori della politica, non protagonisti. Per questo non si va più a votare”.
L’autocritica del sindacalista. “Il sindacato dovrebbe fare passi in avanti molto forti. Comprensibilmente fa fatica a farli perché la sua rappresentanza si è fossilizzata sul sistema industriale. Ma che il sindacato abbia perso il contatto con la gente è una bugia diffusa dalla politica attuale, che ha paura dell’organizzazione sindacale”.
Susanna Camusso, ovvero, dello scontro permanente. “Sono sempre stato un moderato. E da moderato ho sempre fatto fatica ad andare d’accordo con la Camusso. Ho sempre pensato che ormai sia anacronistica la lotta tra lavoratori e imprenditori perché sono entrambi sulla stessa barca, con gli stessi nemici, le banche, la finanza spregiudicata, la burocrazia lassista, le tasse troppo alte. Per la Camusso, al contrario, il lavoratore è sempre per partito preso in contrasto con l’imprenditore. Le faccio un esempio: per me lo sciopero, in tempi di crisi, è una misura che espone inutilmente il lavoratore in difficoltà e l’impresa che vacilla”.
Maurizio Landini? No comment. “Rappresenta l’idea per cui ‘il padrone è un nemico’. Per me è un’aberrazione. A suo dire il sindacato deve opprimere l’imprenditore. No comment”.
Berlusconi è senza dubbio migliore di Renzi. “Pur avendo opinioni piuttosto differenti, non ho mai avuto difficoltà a trattare con Silvio Berlusconi. Berlusconi è molto diverso da Matteo Renzi, è aperto all’accordo, e l’accordo è fondamentale per un sindacato. Non avere avuto problemi di dialogo con Berlusconi, però, mi ha creato non pochi problemi personali: i detrattori mi sono saltati addosso”.
Matteo Salvini, ovvero, cavalcare il populismo. “Si sa che in momenti di grave crisi il populismo aumenta i consensi. Eppure, sul problema dell’immigrazione Salvini sbaglia tutto. Noi italiani siamo stati stranieri in casa altrui, e sappiamo cosa questo significhi. L’Africa è l’unico continente che continuerà a crescere nel prossimo ventennio: più che trafficare con l’Asia occorre che l’Europa si integri politicamente, economicamente, culturalmente con l’Africa”.
Contro l’Europa degli egoismi. “Non mi va bene l’Europa dei banchieri cinici e dei ciechi tecnocrati. Voglio un’Europa unita politicamente e all’altezza della sua storia. Un’Europa degli egoismi non ha senso”.
Matteo Renzi, l’uomo che ha molta fretta di dire che sta facendo qualcosa. “Matteo Renzi pensa di essere l’alfa e l’omega di tutto. E ha molta fretta di dire che sta facendo qualcosa. Ma cosa fa? Pensiamo alla digitalizzazione della pubblica amministrazione. Necessaria, bellissima. Solo che questo significa anche riformare il sistema dei dirigenti, preparare al digitale i dipendenti pubblici: chi lo farà? Con quali soldi? Al principio guardai con simpatia a Renzi, adesso la situazione è imbarazzante”.
Elsa Fornero: troppa ambizione, troppi errori. “La Fornero è stata una sorta di mostro fatto di comunismo e di liberismo. Ha compiuto errori madornali, ma in buona fede. La sua voglia di affermarsi l’ha portata a voler lasciare ai posteri una legge con il suo nome. Purtroppo, ce l’ha fatta”.
La famiglia ha più diritti di tutti. “Ho lavorato affinché il Family Day del 20 giugno funzionasse. In effetti, è stato un successo da oltre un milione e mezzo di italiani che rappresentano la politica del buon senso. Un successo passato volutamente sotto silenzio. La manifestazione non era pensata contro qualcosa o qualcuno: si è ribadito che la famiglia è fatta da una mamma e da un papà, che un bambino è un bambino e una bambina una bambina. Si è affermato che tutti devono avere diritti, ma che la famiglia, in quanto nucleo fondante della società, ha un diritto più alto”.
Pronto all’impegno politico? Nì. “Corrado Passera è una persona seria e scrupolosa, che si è messa in testa di fare il leader. Un errore. Occorre costruire un agglomerato dei moderati, fatto da moltissime persone, per portare al voto la metà degli italiani che non votano. A me interessa, al momento, costruire scuole che sappiano formare persone dedite all’impegno politico. Insieme ad alcuni professori ho fondato proprio per questo ‘Italia Più’, una scuola diffusa di formazione politica. L’Italia deve essere sempre ‘più’, in tutto. Tranne che nelle tasse….”.
Bonanni spiegaci come si comprano case a prezzi stracciati come hai fatto tu .
PARASSITA
Perche’ i sindacati non sono lobbies?
e gia arivata la trista ….fine
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