The Sick Dogs, salvezza, perdizione e Rock ‘n roll

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11046979_808422955859616_1020003305_nLa fantasia non vive mai nei luoghi di mercificazione così come la musica dei “The Sick Dogs”, band che in un’era in cui anche la precarietà appare una prassi accettata, crede nell’espressione della rivolta e la testimonia essendo “altrove” e “altro” dai messaggi culturali e musicali prevalenti che riguardano il plauso alle forme di successo mondano. Molti sono i richiami spirituali che il gruppo, nato in maniera totalmente indipendente e senza limiti di genere, origina. Da qualche anno fondono rock, alt-rock, post-rock, musicalità dall’anima blues a quella jazz, dall’impronta new wave a quella funky, superando il già detto, il già scritto, il già sentito.

Esperienza musicale di ampio respiro perché indefinita ma nello stesso tempo cristallina con un sonoro di uso sperimentale, che non annoia come al contrario sovente accade alla musica anticonformista ma dogmatica dei nostri giorni. Oltre i sacrifici e le rinunce fisiologiche della gavetta, i Sick Dogs hanno calcato piccoli e grandi palchi, già vincitori dell’Officina Music Contest sono consapevoli che questo sarà un anno di grande interesse, infatti, con alle spalle gli EP The sick dogs e Cornice, è in uscita il primo album.

La band è composta da Nicola Cormeci alla chitarra, da Piero Rago al basso, da Arcangelo Pagliaro alla batteria e dalla voce di Serena Sinopoli, canto inconsumabile che sembra accompagnare con tonalità peculiari, i ricordi di ognuno, riuscendo a volare basso per poi arrivare anche al desiderio più alto di stagioni preferite. In virtù di questo talento, nel disco risalterà l’aspetto cantautorale, frutto di una sintesi di ricerche, dal momento che le sonorità dell’album appartengono ad una scelta più orientata al messaggio diretto rispetto agli esordi, principalmente “prog”.

The Sick Dogs ovvero atmosfere surrealiste come essenze proibite e di perdizione ma anche funi di salvezza e riparo, grazie all’autenticità della loro libertà espressiva che offre uno sguardo differente sulle cose, onirico ma tangibile, generando sensazioni di opposizione concreta all’esistente. Sentieri sonori per una sorta di evoluzione mistica, individuale e collettiva perché disvelano consapevolezze con la non adesione assoluta al reale, riuscendo a mettere in discussione l’agire quotidiano.