Red Lily le appende così!

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Beatrice Gigliuto, in arte Red Lily

Poco distante dal Nautilus c’è un oratorio, le campane suonano, i bambini giocano a calcetto, le mamme passano, i padri aspettano. La messa da qualche parte d’Italia viene celebrata. E’ domenica mattina. Fuori c’è il sole e sono a un seminario di bondage, frequentato da coppiette innamorate che si scambiano tenerezze tra un nodo e l’altro. Il Nautilus è un club privé milanese. A vederlo illuminato dal sole il palo della lapdance è malinconico. Innocuo come un vecchio seduttore seriale. Se c’è una notte, c’è un giorno, con la polisemia relativa. Sono seduta sulle poltroncine che immagino pregne di umori fino a qualche ora prima, con un bloc notes alla mano e prendo appunti. Intervisto Beatrice Gigliuto, in arte Red Lily. Una valchiria di 1,70, stazza, carattere e tacco 12. Professione: legatrice, in arte: rigger. Legatrice dal cuore tenero, femmina fino all’osso, dominante per vocazione. Libera da schemi e ruoli, una vera performer bdsm.

Beatrice hai 32 anni, sei di Catania, vivi a Roma. Come hai cominciato a legare?

Ho cominciato 7 anni fa vedendo uno spettacolo di bondage a Roma. Ho subito pensato che non l’avrei ma fatto nella vita. Dopo 15 giorni ho cominciato.

Eri fidanzata?

Ero single in quel periodo. Non avevo mai avuto nessuna fantasia legata al sadomaso. Non avevo mai legato nessuno con la corda dell’accappatoio, non avevo mai usato le manette. Ero pura. Avevo 25 anni. Ho iniziato facendomi legare, come bottom. Nel giro di poco tempo ho capito che la mia passione vera era legare.

Che differenza fa tra legare ed essere legati?

Difficile dirlo. Completamente diverso, ma del tutto uguale. La grande differenza è che chi lega accoglie il dono del corpo, la fiducia, la libertà. A me non interessa niente dominare con le corde. Per me si tratta di sapere accogliere un dono che qualcun altro mi sta facendo.

E’ una prospettiva molto femminile, quella dell’ accoglienza

sì, forse.. Sono diventata famosa subito. La critica che più mi facevano era che io ero troppo tenera e troppo buona. All’inizio ho provato a fare la cattiva, ma mi sono resa conto che stavo recitando una parte. Che io non ero quella cosa lì. E ho smesso.

Quindi non ci sono regole? Ci sono regole tecniche però ognuno è libero di manifestare la propria natura?

Molti dominanti pensano che il bondage si basi sulle regole della dominazione. Per me le corde sono dei media, attraverso i quali comunico la mia arte.

Con il master che ti ha insegnato avevi avuto una relazione?

sì.

Quanto è importante per te l’amore nel bondage?

L’amore nel senso stretto del termine poco. Il feeling, l’empatia, una certa profondità di rapporto sono assolutamente essenziali.

Ma che differenza c’è tra l’amore e il trinomio feeling empatia e profondità. Se uno ha queste tre, più o meno ha l’amore.

Beh, no. Perché allora sei innamorato delle tue migliori amiche.

Cosa c’è di male?

E’ una forma di innamoramento, ma non di coppia, quella classica. Io ho due tre amori “di corda”. In 2 casi su 3 è rimasto nelle corde. Per l’altro sono state le corde che ci hanno fatto stare insieme e non c’era niente di più.

Ti è mai capitato di innamorarti di qualcuno che non si facesse legare?

Sì. Mi è capitato spesso, qualcuno che all’inizio non si facesse legare. Il mio partner all’inizio non era interessato. Anche lui è dell’ambiente, nel senso che è feticista, sub ecc.

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Lui è sub, quindi tu lo domini?

Nei nostri giochi sessuali sì. E però non quando lo lego. All’inizio ho rinunciato. E poi abbiamo fatto un percorso che … adesso gli piacciono.

E’ così che si fa coi sub, no?

Non con i sub, ma in generale. Io mi sono resa conto che non potevo rinunciare a legare il mio compagno. E’ come quando stai con una persona, fai tutto e poi dici “però non mi abbracciare”. Era un limite che toglieva qualcosa nella normalità del mio rapporto. Piano piano gli sta piacendo. Anche se non ti piace la cosa in sé, lo scambio emotivo lo senti.

Ma il sesso viene prima o dopo il bondage? A che punto? Prima, dopo, durante?

Nella mia prospettiva mai. Nella vita privata ci sono volte in cui il bondage è bondage. Il sesso se c’è viene dopo, qualche volta durante.

Com’è il sesso durante il bondage?

Interessante, dipende come, cosa. Il sesso con una persona sospesa è interessante. Io mi sono studiata tutta una legatura per il cunnilingus, che non è male.

Ma appunto: si può fare solo con le donne sospese?

Lui sospeso, cunninlingus a me.

Fico.

Nel sesso con una donna sospesa il sesso è più semplice.

E dolore?

C’è.

Ti piace?

Mi piace, sotto il mio controllo.

Sei tu che procuri dolore?

Mi piace anche riceverlo ma sotto il mio controllo. Sono masochista ma non sottomessa, si dice algofilia, ma senza sottomissione.

Bisogna avere un fisico particolare per fare bondage?

No va bene qualunque cosa, sia come seno sia come fianchi. Bisogna essere in buona salute. Se hai problemi di circolazione, ti può fare male. Poi sul palco è un altro discorso, di solito io scelgo modelle: per una questione estetica e di leggerezza. Ma chiunque può essere legato.

Nel bondage classico ci sono persone che pensano che si debba essere magri, grassi?

In generale quasi tutti i maschietti si cercano ragazzette di 20 anni, magrissime: è più facile sospendere una ragazza magra rispetto a una ragazza di 80 kg.

Ma è più bello vedere legato un corpo formoso.

Io preferisco. Io tendo a non legare le ragazze troppo magre. Primo per una questione personale: io combatto la modella anoressica, in generale. Molte anoressiche si avvicinano al bondage, per autolesionismo. Io preferisco corpi solidi, presenti.

Vedendo il tuo seminario ho evinto che chi lega capisce la persona che ha davanti. Un po’ come uno psicologo.

Chi lega dovrebbe avere la capacità di capire l’altro. Non è così per tutti, perché il narcisismo è forse la componente più forte di tutto questo ambiente.

Sì però se c’è il narcisismo, c’è la performance, non c’è l’atto vero volto al piacere.

Non solo, perché c’è una forma di “devozione” da parte di chi viene legato. E’ una forma di narcisimo. Si crea comunque. Chi è stato legato ha la sensazione di dovere dare qualcosa in cambio. Io ho le modelle che mi portano i biscottini, le tortine.

Ma perché?

Non lo so. Se hai legato bene una persona a cui piace essere legata, le hai fatto un dono. LE hai dato un’esperienza forte, le hai lasciato una sensazione di benessere. Essere legati sprigiona endorfine. Superata la paura, parte la sensazione di benessere.

Ti dico “Empatia”.

Mi capita di tutto. Con qualcuno si instaura una componente emotiva molto potente, mentre con altri no. E lì vai a scavare le emozioni. C’era una ragazza che legavo, con la quale non ho mai avuto una relazione. Ma non c’è mai stato niente. Pero per chi ci vedeva in azione, noi stavamo insieme.

Quando si viene legati non si riesce a respirare?

In sospensione a fatica, ma si respira o si muore.. In statica la respirazione cambia.

Qual è la tipologia di insegnamento più richiesta?

Mi viene spesso chiesto di insegnare a legare i genitali maschili.

E cosa serve, a ricattarli?

Dipende, io li lego per facilitarne l’uso, prolungarlo. Se li leghi in una certa posizione, resta eretto più a lungo, non va più giù.

Non si scopa più nel bdsm?

Non si scopa ancora. Quando inizi a legare, la parte del sesso viene dopo. Il rapporto sessuale può arrivare come non arrivare. Io per esempio ormai sono santa, faccio sesso solo con i fidanzati. In verità credo di avere convogliato una serie di desideri nei giochi bondage. E quindi praticamente la sessualità arriva solamente quando sono invaghita.

Hai girato il mondo e L’Europa. Qual è la differenza tra gli approcci al bondage nei vari paesi?

L’italia è diversa. Sono tutti diversi tra di loro ma l’Italia di più. In

Germania trovo persone con un approccio simile al mio, rilassato.

Cosa intendi per approccio non rilassato. Cosa c’è in Iitalia di costrittivo?

Siamo sempre molto chiusi nei ruoli. Ci sono troppe regole. In Italia o sei master o sei slave. Se sei master non puoi farti legare, non puoi essere feticista del piede per dire. A me viene da ridere: che cosa c’entra? Sono due cose diverse. Come dire che se sei master non ti mangi una pizza. Molti si allineano a queste regole sentendosi in gabbia.

Se ci sono solo regole da rispettare o cliché da seguire, non c’è libertà di interpretazione.

Secondo me in ognuno di noi c’è una percentuale. Io sono 70-80 % dominante e 20 % sub. Però non escludo che fra 20 anni, ci sia la possibilità di incentrare qualcuno che mi fa vivere un’altra esperienza. C’è la sensazione di una gabbia dorata. Rispetto al resto del mondo, se pratichi bdsm sei quello libero sessualmente. Però poi nei fatti non sei così libero, non hai libertà di espressione totale.

In germania è diverso.

Tendenzialmente è più libero. Ci sono più persone che si fanno legare e che legano. Nonostante siano molto sadici lo mischiano con lo yoga e il tantra, e discipline alternative: un po’ più l mio genere.

Il bondage nasce come arte giapponese. E lì com’è?

Ancora più regole di qua. Viene vista come un’attività erotico-artistica.

Per esempio?

È molto marziale, ci sono stili, regole, scuole. Quindi se segui un maestro sei della sua scuola.

Tu fai questo di lavoro?

sì.

Riesci a viverci?

Non troppo bene in questo momento storico.

Ma si paga per farsi legare?

Tradizionalmente no. Io vengo pagata per i corsi e gli spettacoli. C’è da dire che il bondage è considerata un’attività erotica e non può essere registrata in nessuna categoria particolare..

Non puoi dichiarare?

Io dichiaro. Ma non scrivo quello che sto facendo veramente. Non posso dire che fatturo una lezione di bondage,

Hai un buon rapporto con gli uomini, col genere maschile?

Sì. Non ho un buon rapporto con il maschio dominante.

Sei in competizione?

Non sono in competizione io, loro lo sono con me. Per quel che mi riguarda, sulla questione “chi ce l’ha più lungo”, hanno vinto loro: io ho il clitoride.

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