Appello per la drammaturgia italiana

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Agli autori teatrali italiani, alle associazioni culturali, agli artisti, agli organizzatori e a tutti coloro che amano il teatro…

FIRMIAMO TUTTI l’APPELLO PER UN TEATRO PER LA DRAMMATURGIA ITALIANA CONTEMPORANEA

Le vicende teatrali italiane del Novecento, in particolare nella seconda metà del secolo, hanno manifestato una ribadita preoccupazione per lo stato della nostra drammaturgia, poco considerata dalle Istituzioni e afflitta da una tangibile penuria di autori in grado di affermarsi presso platee di ampio respiro. Di fatto, i mercati hanno avuto gioco facile nello sbarazzarsi dei testi italiani che avrebbero potuto, invece, testimoniare la contemporaneità con gli strumenti specifici della scrittura teatrale. Così facendo è stata a lungo sottratta alla nostra vita civile, ma anche al nostro sistema economico, una voce che avrebbe potuto conquistarsi un ruolo di rilievo a livello internazionale e nel contesto produttivo del Paese.

Sul finire del secolo scorso, tuttavia, quasi in controtendenza rispetto a un diffuso degrado del panorama culturale, i teatri hanno cominciato a dare spazio a una drammaturgia nazionale che si dimostra in grado di poter ulteriormente maturare e affermarsi. Testardamente si continua però a proclamare la non esistenza dell’autore italiano negli stessi logori termini con cui lo si faceva negli anni Settanta, evitando di sottolineare altre gravità: dalla progressiva scomparsa della critica, all’incapacità di offrire una visione sintetica di quanto presso di noi si va producendo per la scena. Così facendo si è impedito e si impedisce la creazione di un repertorio duraturo e fondante di una nostra drammaturgia, dove per “repertorio” si deve intendere un organismo costituito da censimenti costanti e di aggiornamenti esegetici che amplifichino e vitalizzino il senso di un insieme, e di messe a confronto tra le diverse opere in modo da creare permeabilità ed osmosi continue.

A tal fine si rende quanto mai necessaria la creazione di una dimora (teatro) che di questo repertorio sappia individuare il profilo più significativo, assumendosi la responsabilità di dargli evidenza e di garantire la difesa della sua tradizione. In altri Paesi europei queste dimore si chiamano Schaubuhne, Comédie-Francaise e Royal Court (dove, ad esempio, sono letti e valutati circa 3000 nuovi copioni ogni anno). La storia stessa del nostro teatro chiede che questa impresa si realizzi, al fine di colmare l’enorme ritardo accumulato nel tempo.

Non è esatto, infatti, dire che oggi in Italia non vadano in scena testi di autori contemporanei: ciò che manca è un progetto culturale generale che reinserisca la scrittura drammaturgica al centro dell’evento teatrale e del dibattito culturale nazionale e soprattutto la sua concretizzazione in un luogo teatrale che ne sia l’espressione e il punto di riferimento, una casa di tutti gli autori italiani, fucina di spettacoli ed eventi artistici e culturali. Un’istituzione in grado di dialogare e confrontarsi con le istituzioni omologhe operanti negli altri Paesi europei, finanziabile non solo attraverso i contributi degli Enti pubblici nazionali e locali (Mibact, Regione, Comune), ma anche con il Tax Credit per il teatro e con una quota parte proveniente dalla cosiddetta copia privata, destinata alla “promozione della creatività”, afferente sia alla categoria degli autori (attraverso la SIAE) che a quella degli artisti interpreti ed esecutori (attraverso IMAI), a testimonianza di quanto gli autori e gli artisti italiani contemporanei credano in se stessi e nel valore delle proprie opere. Un segnale concreto di cambiamento che le Istituzioni e la classe politica vorranno dare a dimostrazione del fatto che la cultura può essere il volano di una reale rinascita civile, sociale ed economica del Paese.

Sull’esempio d’illustri esperienze straniere, il TEATRO PER LA DRAMMATURGIA ITALIANA CONTEMPORANEA, oltre a curare prevalentemente l’allestimento di spettacoli di opere italiane contemporanee, avrà i seguenti OBIETTIVI E ATTIVITA’:

  1. Creare opportunità di realizzazione per i testi italiani e rafforzare la capacità distributiva nei circuiti nazionali degli spettacoli prodotti, mettendo in rete i teatri interessati a rappresentare, produrre e ospitare testi italiani. Favorire coproduzioni e garantire un numero di repliche sufficienti al buon esito economico dei diversi progetti.
  2. Creare un database di testi italiani consultabile da registi e attori. Archiviazione di testi e video mettendo in collegamento gli archivi teatrali già esistenti (Burcardo, Centro Nazionale di Drammaturgia Italiana Contemporanea, Dramma.it, Outis, Premio Riccione, Siad, Teatro delle Donne etc.).
  3. Supportare azioni che forniscano ad autori, registi e produzioni capacità e know-how adeguati al rinnovamento delle messe in scena possibili, promuovendo tecnologie digitali e approcci innovativi per lo sviluppo del pubblico.
  4. Redigere una rete di attori che possano partecipare alla messa in scena di testi italiani, coinvolgendo i loro agenti e il management associato LARA.
  5. Promuovere corsi di scrittura drammaturgica legati a realtà locali, scuole, università, biblioteche e archivi, in tutte le città, creando partnership e scambi con enti omologhi all’estero o con rassegne di drammaturgia contemporanea europea ed extraeuropea. Pubblicare quaderni di drammaturgia in partnership con le realtà già operanti nel settore. Sostenere azioni che consentano alle produzioni e agli autori di collaborare a livello internazionale, promuovendo azioni all’interno dell’Unione Europea per facilitare la messa in rete di testi italiani e renderli accessibili ai traduttori e agli adattatori in lingua straniera.
  6. Sostenere tutti quei testi teatrali che trattino delle “eccellenze” culturali, artistiche, sociali, scientifiche e politiche dell’Italia, al fine di far conoscere il nostro Paese e di rivalutarne l’immagine.
  7. Aiutare gli operatori teatrali a rapportarsi con il pubblico in maniera nuova e innovativa sia per il mantenimento degli spettatori, sia per crearne di nuovi. La creazione del pubblico e la formazione dello spettatore dovranno avvenire anche attraverso: seminari, incontri, convegni, mostre, premi, concorsi e attività similari.
  8. Creare interazioni concrete tra le produzioni teatrali che realizzino spettacoli di drammaturgia italiana e tutte le Istituzioni europee e regionali che prevedano bandi a sostegno dello sviluppo di imprese nel settore delle attività culturali e creative.
  9. Sostenere la nascita e lo sviluppo di start up innovative, come produzioni e distribuzioni teatrali interessate a sviluppare la drammaturgia del presente, anche con trasposizioni di opere teatrali su supporti digitali audiovisivi e la collaborazione con i network televisivi, radiofoni e del web.

 

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Hanno aderito al progetto oltre 350 autori, artisti, registi, intellettuali, associazioni, sindacati e altre realtà teatrali. Da Renzo Arbore a Alessandro Benvenuti, da Bianca Guaccero a Dacia Maraini, da Citto Maselli a Pino Strabioli.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

38 Commenti

  1. aderisco pienamente, dato che il problema non è solo mancanza di scrittori (bravi o meno bravi) ma non ci sono aiuti per le compagnie teatrali o per i teatri. io ho dovuti scrivere racconti per il Giappone e Cina praticamente sono fuori Italia. bisogna trovare il coraggio di unirsi e lavorare insieme per migliorare il nostro vecchio, ma giovane sconosciuto teatro.

  2. aderisco totalmente. con l’augurio che il TEATRO ITALIANO. RITORNI. PIU’ GRANDE

  3. Molto d’accordo. Vorrei evidenziare questi passaggi:
    1 ”mettendo in rete i teatri interessati a rappresentare, produrre e ospitare testi italiani”.
    2 “database di testi italiani consultabile da registi e attori. Archiviazione di testi e video mettendo in collegamento gli archivi teatrali già esistenti”
    3 “adeguati al rinnovamento delle messe in scena possibili, promuovendo tecnologie digitali e approcci innovativi per lo sviluppo del pubblico”
    4 “una rete di attori che possano partecipare alla messa in scena di testi italiani”,
    5 “corsi di scrittura drammaturgica in tutte le città, creando scambi all’estero
    5 “rassegne di drammaturgia contemporanea”
    5 “all’interno dell’Unione Europea facilitare la messa in rete di testi italiani accessibili agli adattatori in lingua straniera”.
    7 “seminari, incontri, convegni, mostre, premi, concorsi e attività similari”.
    8 “bandi a sostegno dello sviluppo di imprese nel settore delle attività culturali e creative”
    9 “start up innovative, con trasposizioni di opere teatrali su supporti digitali audiovisivi e la collaborazione con i network televisivi, radiofoni e del web”.
    Si tratta di streaming, digital video, di video tag, di social professional e di pubblico, di data base tridimensionali, di realtà aumentata, di P2P, di diritti digitali, di una Teatrana, come l’Europeana culturale, o meglio di un Theatre Project come l’Art Project di Google. Si tratta di story telling e story showing che supera la dicotomia testoperfomance. Si tratta di mettere in contatto decine di migliaia di autori e attori con le centinaia di milioni di appassionati dello spettacolo italiano nel mondo. Si tratta di web. Si tratta di e-commerce. Non è accessorio ma centrale.
    L’impedimento è che molte capriole intellettual-carrieristiche, portate nel mondo, evaporerebbero come neve al sole…

  4. Sono tanti gli autori italiani bravi … vanmo aiutati incentivati, portati in scena…

  5. eccomi ifa di un rizoma spero sempre più esteso e complesso
    e con me le OfficineTeatrali quintArmata

  6. Sono con voi e spero che ne venga fuori quallosa di reale e produttivo sopratutto.

  7. Spazio a chi ha qualcosa da dire, a chi lo interpreta con rigore ed autenticità….Rispetto per la Cultura con la maiuscola e rifiuto per la non cultura-spazzatura che ci viene propinata….Rivendichiamo il diritto di scegliere cosa vogliamo vedere e sentire….Il Teatro Contemporaneo deve esprimere i problemi ed il sentire di chi vive la realtà di tutti i giorni e guarda oltre…..fuori i politicanti dai teatri e dalla cultura!!

  8. Non mi piace l’impostazione data; trovo scorretto, ancora oggi, confondere “drammaturgia” con “testo teatrale”.
    La drammaturgia oggi è qualcosa di molto più complesso ed è forse per questo che difficilmente diventa “repertorio”.
    Se si considera la drammaturgia contemporanea (veramente contemporanea) per quello che è diventa impossibile racchiuderla in un testo ed offrirla ad altri.

  9. Ottima iniziativa. Occorre saperla gestire con intelligenza e finalizzarla non solo a sensibilizzare ma anche alla elaborazione di proposte innovative che sappiano razionalizzare l’intervento finanziario dello Stato e di EE.LL. oggi più che mai assenti ad un efficace e consapevole innovamento del rapporto cultura ed economia.Tra autismo delle comunità (fruitori, spettatori, cittadini….), schizofrenia di gestione (apparati pubblici e privati) e velleitarismo di progetto (più che altro politico), la produzione culturale, sia artistica che intellettuale, non trova legittimità e dignità in alcun ambito e parole d’ordine come ricambio generazionale, innovazione, creatività diffusa nella loro vaghezza sembrano demagogia per giustificare l’incapacità di nuovi e necessari investimenti a cui si vuole far fronte con la dismissione dell’intervento pubblico sulle realtà produttive presenti e passate.
    Bisogna assolutamente far comprendere che la cultura produce welfare intellettuale e significa vigore per una nazione, esprime felicità per gli individui e maggior forza per intraprendere e creare valore fondato sui Valori. In altri termini per dirla con gli esperti di economia del settore: “Un sistema rispettoso delle identità e necessità territoriali, sostenibile e trasparente – che sia frutto di un lavoro comune e coordinato tra imprese, istituzioni ed operatori, per elaborare e mettere in atto un progetto capace di consolidare e sviluppare i potenziali inespressi”. Il tutto al fine di pensare ad una nuova e più innovativa politica culturale, capace di dare risposte ai differenti progetti, alle diverse esigenze che sono maturate sul territorio e continuando….Occorre davvero riconoscere alla cultura un valore strategico sul piano economico per l’indotto che determina e strategico per lo sviluppo di
    un territorio.
    Ma principalmente strategico per l’utile culturale e conoscitivo e dunque sociale che produce. Improntare alla creazione di un sistema di “interessi” culturali che vada sempre più rappresentando una realtà unitaria ed articolata di proposte nel rispetto della massima libertà di espressione senza pregiudizi e senza incorrere in modelli di cultura assistita. Mariano Paturzo.

  10. Il passaggio dietro l’ultima fila di sedie si chiama “il vicolo del drammaturgo”. Il luogo dove vive lo scrittore mentre va in scena la prima di un nuovo spettacolo. E’ il luogo in cui lo scrittore nervoso ed emozionato , passeggia avanti e indietro senza fermarsi un attimo, si mangia le unghia ed esulta come uno scemo mentre gli attori dicono le sue parole, compiono le sue azioni.

  11. Piena solidarietà dall’Associazione Culturale/Compagnia di Teatro Popolare ” I LavrAttori” di Fondi

  12. In Italia non mancano gli autori ma gli esercenti che non possono investire su nuovi progetti perché non se li possono permettere. Se il governo non tutela noi autori tutto rimarrà come è ora, com’era prima e come sarà per sempre. Non possiamo permetterlo. Riprendiamoci i nostri spazzi. Per la cultura “Il peggior ventennio di sempre”. Mi ricorda qualcosa.
    Patrizio La Bella

  13. La cultura è come la ricerca scientifica. I governi che non investono in queste due risorse condannano all’estinzione le nazioni che dirigono. Il Teatro è un settore fondamentale della Cultura, per questo è necessario salvaguardarlo, come la letteratura, il cinema e le altre forme d’arte che fanno progredire le popolazioni.

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