In uscita il film di Louis Nero, tra documentario e finzione sui segreti di Dante Alighieri.
L’inizio del film “Il mistero di Dante” in uscita a San Valentino, a metà tra documentario e finzione, è da thriller claustrofobico, tutto girato dal punto di vista della macchina da presa. Sono lo stesso regista e l’assistente che discendono bendati – verso gli inferi? – in una Torino sotterranea. Alla fine c’è l’incontro con tre individui dal volto e dalla voce non identificabile che il regista Louis Nero prova a raccontare così: “Siamo stati contattati da alcuni di loro perché ci chiedevamo se esisteva ancora, anche sotto diverso nome, quel gruppo iniziatico del 1300 di cui Dante faceva parte e che andava sotto il nome de “I Fedeli D’Amore”. Il film è il racconto di questa ricerca”.
L’espediente da giallo con tanto di estetica alla “The Blair Witch Project” potrebbe sembrare un déjà-vu mentre invece è una precisa scelta formale che esemplifica il progetto del cineasta. E cioè calare all’interno di uno dei massimi testi della letteratura mondiale, “La Divina Commedia”, passando quindi dal buio degli occhi bendati alla luce delle rivelazioni. Che non sono poi così epocali ma che, ancora una volta, costituiscono un espediente per un’approssimazione a Dante Alighieri.
Spiega il regista che confeziona i suoi film curandone quasi tutti gli aspetti: “Il mio è un viaggio dalla circonferenza verso il centro. Dall’esteriore all’interiore. Una reminiscenza del meraviglioso mondo dantesco: da un’analisi esteriore alla scoperta della verità celata “sotto ‘l velame de li versi strani“”. Per riuscire in questa ardua impresa Louis Dante intervista decine di persone molto eterogenee con l’attore F. Murray Abraham a tenere le fila del discorso. Si va, per dire, dai registi Franco Zeffirelli e Silvano Agosti allo scrittore Valerio Massimo Manfredi, a intellettuali come Massimo Introvigne e Gabriele La Porta, fino a esponenti delle varie religioni come Mons. Agostino Marchetto, il Rabbino Capo Riccardo Di Segni, senza tralasciare la Massoneria e, addirittura, il conduttore della trasmissione “Voyager” Roberto Giacobbo.
Sulla carta un possibile guazzabuglio in realtà “Il mistero di Dante”, prodotto da Franco Nero che non ha parentele con il regista, ci racconta aspetti poco conosciuti di Dante, in particolare quelli esoterici, e ci porta anche all’interno della sua Divina Commedia attraverso suggestive ricostruzioni delle celebri illustrazioni di Gustav Doré ora animate su scenografie di Vincenzo Fiorito.
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