Cinque fotografi per un unico tema: la fine. I loro scatti, in mostra dal 28 gennaio al 5 febbraio al Parco Commerciale Borgo Mascarella di Bologna, fermano il tempo su quel momento in cui tutto giunge al termine. Si ritrae la fine di un luogo, di un oggetto, delle persone, di uno stato d’animo, per riflettere sui segni di ciò che rimane dopo. Si può chiamare fine? O piuttosto è una sospensione, una pausa fino al prossimo utilizzo? A rispondere e ad esporre sono i bolognesi Claudio Alba, Norma Gombok, il fiorentino Cristiano Antognotti ed il Collettivo Settantuno64 – che dal 2012 forma un collettivo per produrre una ricerca fotografica comune e intima, senza velleità documentaristica, in cui la città diventa una rappresentazione dell’umano slegata da riferimenti geografici propri, un luogo dell’anima – , ovvero Marco Casiraghi ed Elisa Mercadante. I loro obiettivi si sono rivolti in più direzioni: verso cimiteri monumentali, ma anche verso ex luoghi come un ex ospedale psichiatrico. Spazi perlopiù abbandonati ma che hanno ancora molte storie da raccontare. Dis – Messo. In cinque guardano finire (questo il nome della mostra) è a cura di Alessia Marchi, promossa da Opera Sublime e Decadence ed organizzata da Contemporary Concept.












