Le visioni virtuali minimaliste di Melusina

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Melusina Parkin – Minimal 5

Quando un artista si afferma a livello internazionale nei mondi virtuali non è solo la passione a trascinarlo, distinguendosi, nel suo percorso digitale, ma anche una predisposizione naturale che egli possedeva di default. Qualcuno la scopre strada facendo, altri ne sono già consapevoli. A volte ci sono attitudini acquattate nell’incoscio che si manifestano improvvisamente ed esse vanno a rinvigorire l’operato, evidenziando il temperamento dell’artista.
Con gli strumenti digitali tutti possono fare delle cose nei mondi virtuali, dare sfogo al bisogno di esprimersi, crearsi un percorso artistico più o meno convincente, ma pochissimi riescono a incantare ed emozionare realmente.

Una tra questi è Melusina Parkin, palermitana, che nella vita reale lavora in ambito universitario umanistico, con una formazione di storia, arte e filosofia. Nel mondo virtuale di Second Life Melusina ha sviluppato un percorso fotografico straordinario. Nella vita reale fotografava da molto tempo. Aveva iniziato con una Rolleicord del 1936 ereditata dal nonno, senza esposimetro, mirino a pozzetto, 6×6, bianco e nero, camera oscura, e in Second Life aveva individuato la possibilità di poter riprendere l’antica passione.
“Ho iniziato con la moda, quasi per caso” ci racconta Melusina. “Rimasi incantata da una sfilata della stilista e designer Patrizia Blessed con la quale diventammo amiche. Poi ho incontrato Maria Elena Barbosa. Sono entrata da cliente al MEB store e non ne sono più uscita, fotografando le sfilate per il blog. Poi ci fu FutuRoma, un evento di moda a Experience Italy, Fondazione Valore Italia, in concomitanza con la manifestazione reale, dove una ventina di stilisti del Metaverso avevano creato abiti con le texture dei quadri futuristi. Intanto avevo maturato interessi artistici, mi ero appassionata al ‘900 pittorico”.
Ed è proprio dal ‘900 che Melusina cattura il gusto per i dettagli, il minimalismo, le grandi ispirazioni dell’arte e della fotografia. La prima foto del suo Flickr (pag.88)  del 2009 ed è una specie di anticipazione di quello che in seguito sarà il suo percorso fotografico nel mondo virtuale.

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Melusina Parkin – Landscape details 4 , Somewhere in SL

“In Second Life ho sviluppato delle tendenze che non sapevo neanche di avere” ci confida Melusina Parkin. “Intanto ho escluso la foto ritrattistica e ho maturato una passione e un interesse che poi è diventato il mio principale hobby anche in RL, l’Art Deco. All’inizio il primo progetto fotografico fu una ricognizione dei posti Art Deco di SL, foto orride – esclama ridendo – ma tantissime. Quella scelta mi ha insegnato a seguire un tema, delle idee. Non credo di essere un mostro di tecnica, ma ho studiato molto alcuni grandi esempi di fotografi. Ghirri innanzitutto, che teorizzava appunto la ricerca per temi e si dedicava al paesaggio, ai dettagli e poi alle contaminazioni fra natura e segni dell’uomo. Una linea che ho seguito è stata quella delle città” prosegue Melusina, “del degrado urbano, ma anche della bellezza della cultura urbana. Per una mostra collettiva al LEA (Linden Endowment for the Arts) curata da Nino Vichan, ho preparato delle immagini doppie dove natura e città si alternavano nella stessa cornice cliccandoci sopra. In quell’occasione esponevo insieme a grandi artisti come Gem Preiz e per me è stato molto importante entrare in contatto con persone come lui, Aurora Mycano, Nessuno Myoo e tanti altri. Quelle mostre sono state essenziali per creare uno scambio internazionale tra artisti digitali”.

C’è da dire che in un contesto digitale dove spesso si sviluppa più la tecnica che il contenuto, le immagini di Melusina Parkin si distinguono per un moto dell’animo che attraverso i silenzi, l’immobilità degli oggetti e colori evanescenti mette in evidenza l’incanto che si prova di fronte ad un paesaggio o a una costruzione in pixel.
Melusina sostiene che il minimalismo non è lo scopo di un’immagine, non è il suo “contenuto”, ma è uno stile, uno strumento da utilizzare per esprimere qualcosa. Infatti la fotografa non si occupa di fotografia documentaria, il cui obiettivo è quello di conservare la memoria di un luogo o di descriverla. Qui abbiamo a che fare con la fotografia d’autore, dove si usa il paesaggio per tutto ciò che esso può esprimere dell’artista e della sua mente.

“Trasformare la realtà virtuale in immagini che stanno dicendo qualcosa su di noi e sul nostro mondo interiore è diverso dal descrivere e conservare i ricordi. In quel caso non c’è bisogno di manipolare la realtà” asserisce Melusina. “L’arte ha bisogno di manipolazione e l’opera d’arte oggi non può essere usata come un banale testimone delle cose reali, ma in modo circoscritto e speciale”.
Ed ecco come le immagini minimaliste della Parkin appaiono “pulite”, non affollate ma abitate da vuoti e superfici uniformi. Lavorando su forme, luci e colori tenui Melusina esprime e suggersce l’armonia, la solitudine o la tranquillità, spesso scoprendo strutture nascoste e regolari della realtà virtuale, decostruendole e ricostruendole secondo le sue idee e sentimenti. Le sue foto sono riconoscibili. Sempre. Il suo sguardo inworld viene trasferito in web con gran carattere.
Le domandiamo come riesce a trovare i posti adatti per le sue fotografie minimali.

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Melusina Parkin – Power lines 5

“Questa è una domanda interessante” risponde divertita Melusina. “Intanto sono curiosa e giro molto. Quando lavoravo per MEB, con tanti negozi sparsi, ero una trottola. Poi seguo i blog. Alcuni sono delle miniere: quello di Inara Pey e soprattutto quelli di Bitacora Viajera, Ziki Questi e Quan Lavender. Poi faccio ricerche a tema. Ho seguito sempre delle linee di ricerca soprattutto inworld, dove non c’è un gran motore ma con le keyword giuste te la puoi cavare. Anche Marketplace a volte mi è stato utile e poi talvolta mi viene l’ispirazione di elaborare, montare, creare io stessa il mondo che raffiguro. Infine seguo il solito filo di Arianna dei profili” conclude. “Guardo sempre quelli delle persone interessanti!”.

Questa è una delle peculiarità più straordinarie di Second Life: quando incroci un avatar con una certa personalità vai a curiosare sul suo profilo e spesso trovi la sua lista dei posti preferiti o degli store dove fa acquisti, scoprendo così luoghi e creator che magari non conoscevi. Ci vuole fiuto per vivere al meglio il mondo virtuale e se esso diventa anche il tuo territorio artistico la curiosità sarà la guida migliore. Melusina ha saputo far tesoro di ogni area, dalle più estese a quelle più ridotte, regaladoci ogni volta incantevoli visioni che un giorno meriterebbero d’essere esposte con successo in qualche reale galleria d’arte.  

Vale la pena approfondire la conoscenza dei lavori di Melusina visitando il suo flickr e il suo blog cliccabili dagli url seguenti:
https://www.flickr.com/photos/melusina_parkin/
http://meluphoto.blogspot.it/p/home.html