Con Giuseppe Settanni alla ricerca del nostro “Blu”

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Foto di Free-Photos da Pixabay

Blu: un colore, ma anche il titolo della raccolta poetica di Giuseppe Settanni, appena uscita per Ensemble Edizioni di Roma. Si tratta di 73 pagine dove emerge la poetica dell’Autore, che attraverso immagini e ricordi quasi fotografici racconta sia la sua intimità che il mondo che lo circonda, descrivendo in qualche modo la mestizia per l’irripetibile, la malinconia per non poter più afferrare un passato felice, rimasto fermo in un tempo onirico, metafisico. Il presente è invece quello sforzo nel riuscire ad afferrare i sogni che ci sfuggono di mano e che possiamo assaporare quando ormai sono già svaniti. “nel giorno della verità/ le bocche rimarranno chiuse/ il mare parlerà/ poi sarà tutto blu”. Questa è Blu, l’ultima lirica presentata, che dà tra l’altro il nome alla raccolta. Come molte delle poesie, inizia con la lettera minuscola e si conclude senza punto finale, come se il poeta, nella vita anche professore universitario e avvocato, volesse definire quel senso di continuità e fluidità della vita.

Blu: un colore, ma anche il titolo della raccolta poetica di Giuseppe Settanni, appena uscita per Ensemble Edizioni di Roma

Lo scrittore parla del giorno della verità: a cosa fa riferimento? Certo, le liriche mistiche fanno parte del suo bagaglio letterario, non è quindi fuori luogo che Settanni faccia riferimento all’Apocalisse, quando finalmente, arrivati ai confini del mondo e del tempo, le bocche del mare si chiuderanno, le acque si rasciugheranno, svelando i segreti e le verità dei loro abissi. Poi tutto tornerà come prima, il mare tornerà a essere blu come prima, luccicando forse di un blu ancora più intenso. “lasciate ogni speranza voi che sperate/ ancora/ è un pugno ai sogni l’urlo tradito/ il dolore non si commuove/ per un fuoco che si spegne/ cenere e terra/ amplesso scavato dall’inutile/ stupro di donna fatto da donna”. Cenere e terra è una delle liriche più potenti della raccolta, dove si avvertono echi danteschi e quasimodiani. I sogni vengono respinti da pugni, davanti all’impassibilità d’un mondo incapace di provare emozioni. Qualcosa è andato a fuoco e questo rappresenta un inizio e una fine, con la cenere e la terra viste quali la vittima e la sua stupratrice.

Si tratta di liriche forti, incisive, pungenti, ieratiche e spirituali, dove Giuseppe Settanni va alla ricerca del suo “blu”, che può essere il mare come può essere Dio; può essere qualunque cosa in grado di salvarci dalla malinconia universale.