Se un libro si giudica a partire dalla copertina, allora Migrazione nello sconosciuto. Scritti di Giancarlo Sangregorio, a cura di Davide Brullo con introduzione di Francesca Marcellini (Skira, 127 pagine, 18 euro), è uno splendido libro (grazie anche alla grafica editoriale di Marcello Francone) che Skira ha appena pubblicato (dicembre 2020) sugli scritti di Giancarlo Sangregorio: si tratta di una raccolta di annotazioni e pensieri che il Maestro affidò nel tempo a “cartoncini ritagliati, materia di scarto […], in modo improvviso, colto da una urgenza, dal miglio di una mistica” (dal testo di Davide Brullo) che meglio di qualunque testo critico permettono al lettore di accostarsi (nel più felice dei casi: di entrarvi) al senso dell’operare artistico del Maestro.

Sono “versi scassati”, continua Brullo con un ficcante rimando esplicativo al poetare in trincea di Ungaretti sui margini di vecchi giornali e altro materiale cartaceo povero e trovato e senza pretese, che aprono uno spiraglio su una operatività artistica che nel corso degli anni ha attraversato varie modalità espressive, rimanendo però fedele a se stessa: l’arte di Giancarlo Sangregorio è un po’ come la filosofia, nel senso che non è difficile in sé ma lo è ciò di cui essa parla.

Un lirismo che Sangregorio voleva senza pretese e che purtuttavia non poteva non uscire spontaneamente allo scoperto anche in quelle annotazioni a margine dell’attività artistica che sono state selezionate per questa questo “diario di arte“, come lo definisce Davide Brullo, che comprende anche alcune foto in nero scattate dal Maestro con un esemplare storico di Rectaflex Gold in Africa tra i Dogon della falesia di Bandiagara: si tratta anche qui di annotazioni, in questo caso visive, che rappresentano una delle caratteristiche salienti della biografia artistica di Giancarlo Sangregorio, incentrata sul viaggio alla scoperta o riscoperta del lascito delle cosiddette “culture primitive” come quelle dell’Africa e dell’Oceania e che tanta importanza hanno nella sua produzione, visibile nella collezione della Casa Museo di Sesto Calende e, chissà, forse anche sotto traccia come un fiume carsico quando si fa la conoscenza diretta delle sue opere. Ad ogni modo, questa pubblicazione sarà “capace di svelare gli orizzonti più ignoti che scruta Sangregorio“, come scrive nell’introduzione Francesca Marcellini.
Questa pubblicazione è anche un passaggio di una più ampia ventura editoriale che la Fondazione Sangregorio, insieme a Skira, sta portando avanti con la prossima pubblicazione del catalogo ragionato del Maestro con testo di Elena Pontiggia: catalogo ragionato, ovverossia summa d’arte opportunamente catalogata in base alla storia di ogni singola opera (esposizione, pubblicazioni a catalogo, appartenenza et cetera), tappa successiva di questo “viaggio” fra gli scritti del Maestro, “verso una regione primigenia che per lui è la ragione del formare, del prendere e dare forma” (dall’introduzione di Francesca Marcellini).
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