Alla ricerca della parola giusta: 27 poeti nati dopo il 1985

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Planetaria. 27 poeti del mondo nati dopo il 1985 è la raccolta antologica, curata da Massimo Dagnino e Alberto Pellegatta, pubblicata da Taut, casa editrice milanese il cui nome rende omaggio ai visionari fratelli architetti.

Il volume, come si può notare già dal sottotitolo, svela la sua natura ambiziosa dato che al suo interno, oltre a poeti italiani, sono stati selezionati autori provenienti da varie parti del mondo che conferiscono all’antologia un respiro internazionale, come i curatori stessi premono evidenziare.

La cura del progetto grafico è stata affidata invece a Mariangela Zabatino per far sì che ogni parte che compone il libro non sia frutto del caso, ma di una scelta ponderata per attirare l’attenzione del lettore.

Planetaria si apre con una prefazione, intitolata Fuori dall’amalgama, che diventa un manifesto programmatico per comprendere le intenzioni dei due curatori. La selezione, infatti, dei giovani autori under 35 è stata effettuata con il proposito di “offrire un taglio particolare rispetto alla situazione della poesia e al suo continuo e sotterraneo movimento”, soffermandosi soprattutto su una concetto centrale: porre l’accento sullo stile dei versi inseriti per evitare la ripetizione di modelli standard già letti su altri libri dedicati al genere poetico che risulterebbero privi di originalità.

L’antologia introduce i poeti con una scheda bio-critica alla quale fanno seguito i versi, a volte con testo a fronte quando si tratta di relazionarsi con autori stranieri, che ci aiutano a riflettere sul valore della poesia oggi e quanto stia prendendo piede nella produzione letteraria italiana.

Proprio per evitare il classico concetto, oramai diventato obsoleto, che la poesia è morta, gli autori citati sono testimoni del contrario: la poesia non solo è un genere vivo, ma sta rifiorendo. L’attività di scouting svolta dai due curatori ci permette, infatti, di conoscere sia esordienti come Mario Gennatiempo e Augusto Ficele, sia poeti già affermati che hanno pubblicato delle raccolte.

La cosa che stupisce è il dato cronologico che viene specificato nel titolo “1985” per supportare quella categoria di autori che hanno prodotto versi a ridosso degli anni ’90. un’altra novità risiede nell’apertura globale che Dagnino e Pellegatta hanno manifestato. Insieme agli italiani, ben distribuiti fra Nord, Centro e Sud, vi sono autori in cui l’idioma ispanico prevale, insieme ad altri autori che scrivono in inglese come la britannica Ella Frears e la statunitense di origine cambogiane Monica Sok e il russo Aleksandr Malinin.

Grandi assenti sono le aree linguistiche francese e tedesca e quelle orientali.

I temi sono rivolti ad un’interiorità studiata nel dettaglio. L’animo umano viene messo sotto una lente di ingrandimento e si fa portavoce di emozioni e sentimenti complessi per natura. Molta attenzione viene dedicata alla morte, non solo fisica, ma anche spirituale alla quale segue sempre una profonda catarsi; all’amore che viene declinato in varie forme (si passa dall’amore romantico all’erotismo spinto), alla dimensione onirica che svela una fervente immaginazione; alla purificazione dell’io tramite semplici rituali e ai ricordi che richiamano sia ambienti familiari che paesaggi situati in un altrove indefinito.

In tutti predomina uno studio sulla lingua che viene plasmata secondo i propri canoni e la ricerca della parola giusta non è mai banale, anzi è altamente sofisticata perché ogni autore osa e ha, per questo motivo, una voce perfettamente riconoscibile nonostante la giovane età. Basti pensare a Dina Basso che utilizza il dialetto come strumento per esprimersi e mettere in luce la musicalità e la dignità tipica della lingua siciliana.

Planetaria è, dunque, un’antologia che fa della sperimentazione linguistica il suo credo e che dona alla poesia una freschezza rinnovata grazie alla presenza di talenti puri di cui sentiremo parlare a lungo.