Leonardo Petrillo: “La mia carriera dall’Arlecchino a d’Annunzio…”

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Leonardo Petrillo, 61 anni, attore, regista e drammaturgo, si racconta ad OFF.

Leonardo, com’è nata la tua vocazione per il teatro?

E’ nata semplicemente guardando in tv Ferruccio Soleri che faceva l’Arlecchino. Quell’Arlecchino che poi anni dopo sarebbe diventato il mio personaggio fondamentale, consacrato da una tournée mondiale.

Se Arlecchino è stato il ruolo che più hai amato, qual è stato invece il più odiato?

Sempre l’Arlecchino, con il quale ho un rapporto di amore-odio. Se da un lato c’era un grandioso personaggio, dall’altro vi era anche la paura di essere identificato unicamente con esso. Ho scelto di staccarmene: ecco perché ho intrapreso la via della scrittura e della regia.

Sei un uomo di teatro a tutto tondo, ma in quali panni ti sei sentito più a tuo agio: attore, scrittore o regista?

Ad oggi mi vedo più come regista, poiché mi intriga molto mettere in scena testi miei. Mi piace scrivere delle cose e poi farne la regia per “tutelare” la mia creatura, diciamo.

Ci racconti del tuo lavoro su Pound con lo spettacolo “Ezra in gabbia”?

Sono rimasto affascinato dall’uomo Pound e soprattutto, dai personaggi che ruotavano intorno al suo mondo come Walter Chiari a Dario Fo. Ho pensato di dover raccontare la grandezza del poeta e di provare a sfatare l’ignoranza che ruota intorno alla sua figura spiegandolo in modo semplice e chiaro. Al teatro Goldoni di Venezia, nonostante lo spettacolo fosse stato messo “in difficoltà” come fuori abbonamento, abbiamo avuto più di 1300 persone che hanno acquistato il biglietto per venire ad assistere, sintomo del fatto che c’era un reale interesse per il personaggio.

Ora invece stai per debuttare con un nuovo spettacolo dedicato all’impresa di Fiume…

Sì, “1919 Fiume – Città di arte, di vita”, con la volontà di rendere giustizia a un’impresa sconvolgente e irripetibile. Il ’68 non ha fatto nulla dal punto di vista rivoluzionario in confronto a Fiume, che per altro aveva una delle costituzioni più belle e avanguardistiche mai viste. Per non parlare poi dello straordinario personaggio di Gabriele d’Annunzio, interpretato da Edoardo Sylos Labini. La storia di Fiume è bellissima e più che mai attuale; anche la tremenda immagine di Italiani che sparano su altri italiani è qualcosa che può e deve farci riflettere. Lo spettacolo debutterà a Pescara all’Aurum il 7 settembre, per poi proseguire con una seconda data al Manzoni di Milano il 30 settembre. Speriamo di fare più di due repliche, così da raccontare fino in fondo questa pagina della vita d’Italia e di d’Annunzio, poeta guerriero e rivoluzionario.

Ci racconti un episodio OFF della tua carriera?

Sicuramente l’incontro con Fellini mi ha cambiato la vita. Lavorare con lui è stato un privilegio. Sul set di Ginger e Fred prendevo 250mila lire al giorno e venivo utilizzato come “cavia”, nell’attesa che arrivasse Mastroianni che stava girando un altro film. Lui, dopo la prima settimana mi disse: “Leonardino, fatti raddoppiare la paga”. E io grazie a lui mi comprai la mia prima casa!