Andrea Brunotti, musica per l’uomo intrappolato nella modernità

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A quattro anni fischiettava per le strade di Equi Terme, il suo paese, Volare di Domenico Modugno. Poi Andrea Brunotti si è avvicinato alla musica da autodidatta ed ha iniziato a scrivere le sue storie, come quelle raccolte nel suo secondo album Il sorriso e il malinteso, prodotto dall’etichetta La Stanza Nascosta Records.

Con sonorità pop-rock, ho voluto raccontare quella dicotomia tra emotività e razionalità che sembra intrappolare l’uomo contemporaneo, nevrotico e obbligato in equilibrio precario tra rituali omologanti e attimi di libertà, narcisismo e redenzione“, spiega. Il cantautore mostra la sua anima più intima in brani come Una goccia, che ripercorre un momento rivoluzionario come la paternità, o Amica mia, che svela il bisogno di una forte riflessione interiore.

La mia ricerca di stabilità si muove sulle note di Seduto Qui , dove in punta di piedi suggerisco all’ascoltatore la soluzione alla frenesia dei giorni nostri, fermarsi ad osservare il mondo con più calma“, dice Brunotti.

Classe 1982, finalista al Premio Anacapri Bruno Lauzi ed opening act di Danilo Sacco, è cresciuto ascoltando Dalla, De Gregori, Guccini, Fabi, Silvestri. E soprattutto Fabrizio De Andrè: “Ho incontrato la sua discografica postuma durante l’esperienza Erasmus a Northumbria University ed ha lasciato il segno“.

Un altro incontro significativo lungo questo cammino in musica è stato quello con Dario Ballantini: “I suoi consigli, le sue critiche costruttive sono importanti nel mio percorso”. Impegnato a far conoscere il suo nuovo lavoro discografico, infine, aggiunge: “Condividere punti di vista, pensieri, è la crescita professionale migliore che mi sia capitata, ed è quello che mi dà spunti per scrivere altre storie“.