“La fuga”: correre via per poi ritrovarsi

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Pistoia. Silvia ha quasi undici anni ed un sogno: visitare Roma. E’ la figlia più grande di una famiglia piccolo borghese, con una madre segnata da una grave forma di depressione che la costringe a letto e con un padre concentrato sulla malattia della moglie che fatica ad occuparsi anche dei due figli.

Silvia si sente sola, inascoltata. Allorquando intuisce che il suo sogno rimarrà tale, decide di affrontare il viaggio verso la Capitale da sola, forse più per un desiderio, insopprimibile, di auto-affermazione rispetto ad una realtà famigliare escludente, che per motivazioni estetiche.

In treno conoscerà Emina, una ragazza rom sua coetanea con la quale instaura da subito un forte legame, cementato dall’incontro di due realtà, tra loro opposte, ma così vicine per le difficoltà che entrambe incontrano nei rispettivi contesti familiari in cui vengono private dei propri sogni. Emina, che vorrebbe proseguire gli studi, è costretta a mendicare.

La fuga durerà soltanto pochi giorni, ma costituirà l’occasione per ritrovarsi attraverso l’ascolto.

La fuga, opera prima di Sandra Vannucchi, interpretato da Donatella Finocchiaro, Filippo Nigro, Lisa Andreozzi e Emina Amatovic, è in sala dal 7 marzo con Lo Scrittoio. Un film che racconta una fuga che diventa opportunità di crescita e trasformazione per Silvia e per chi la circonda, ma soprattutto un’opera capace di emozionare.