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Un romanzo che parla della vita? Sembra un libro semplice, ma in realtà la questione è molto più complessa: la vita che conduciamo è quella che avevamo immaginato e sognato o qualcosa nel nostro piano non è andata come doveva? La storia di Diletta, donna di quarantacinque anni e moglie di Edoardo, famiglia con un figlio, è un susseguirsi di domande sulle scelte e sulle tappe fondamentali della vita. Il momento delle domande scatta in un autogrill, luogo semplice e da tutti frequentato e proprio per questo coinvolgente. Il romanzo passa dall’adolescenza ai trent’anni sino ai quaranta, ponendosi le grandi domande e le sfide vinte e perse, quelle che ogni giorno possono capitare a tutti.

Le cose capitano (Giuliano Ladolfi Editore, collana Perle. Narrativa, 2018, 194 pagine) è una storia raccontata in prima persona e l’autrice Manuela Donghi, miss Cinema Lombardia 1996, sembra raccontarsi rimpiangendo qualcosa che non è stato. Un passato di difficoltà: l’attesa di un figlio, i lavori precari o l’incontro con uomini poco cortesi per razionalizzare il tradimento del marito. Una vita di tutti i giorni raccontata con la voglia di mettere in discussione le convinzioni che ci hanno accompagnato nei nostri anni.

"Le cose capitano" è una storia raccontata in prima persona e l’autrice Manuela Donghi, miss Cinema Lombardia 1996

Uno Sliding Door che attraversa il diario segreto dei suoi sedici anni in continui flashback, donna e bambina, bambina e ragazza, ragazza e donna cercando di capire se la persona è sempre la stessa. Manuela Donghi ripercorre il dilemma di Vitangelo Moscarda in una nuova chiave, lei bella e dolce che si chiede se la vita, alla fine, va vissuta giorno per giorno o cercando di costruire il proprio futuro.

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Fabrizio Fratus
Ha contribuito allo sviluppo di un dibattito scientifico e letterario sul neodarwinismo e la pornografia sviluppando diversi concetti antimodernisti e a favore dell’ideologia comunitarista basato sull’idea di un ritorno ad una vita sociale di tipo organicista in opposizione al modello dominante dell’individualismo, contribuisce a sviluppare un nuovo paradigma di vita comunitaria grazie alla decrescita felice, all’economia dell’autoconsumo partendo dal pensiero aristotelico in cui la famiglia è il centro della comunità. Si oppone fortemente al consumismo e al modello capitalista di tipo anglosassone. Convinto che presto vi sarà un ritorno al valore della famiglia naturale e alla vita comunitaria a causa della fine del ciclo economico denominato post-industriale. Sia la visione antidarwinista come quella sulla pornografia sono interpretazione per cui l’uomo viene condotto a una vita di tipo individualistica ed egoistica assolutamente da rigettare.