Zibba: “La musica è il tramite per il piacere e la verità”

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zibba Zibba è tornato. E lo ha fatto con un album pieno di belle canzoni e di collaborazioni. Si intitola Le cose  ed è uscito il 2 febbraio per la neonata etichetta Platonica. Dodici i brani, ai quali hanno partecipato Elodie, Erica Mou, Chantal, David Blank, Alex Britti, Marco Masini e Diego Esposito. «Ho cercato il suono di questo disco. Attraverso gli ascolti, i viaggi con gli amici a parlare di musica. A cercarla. Sentirla. A trovare ispirazione dalle cose che ti arrivano addosso enormi anche se piccolissime, dalla strada come dalle più lontane periferie di internet», ha detto il cantautore ligure.

Arrivato al grande pubblico grazie ai Premi della Critica al Festival di Sanremo 2014, nel corso degli anni ha fatto incetta di riconoscimenti, dalla Targa Tenco per il miglior album in assoluto (Come il suono dei passi sulla neve, 2012) al Premio Bindi nel 2011. Autore per Warner Chappell, ha firmato canzoni per Eugenio Finardi, Cristiano De Andrè, Patty Pravo, Michele Bravi, Emma, Zero Assoluto, Max Pezzali, Moreno, Marco Masini, Raige, Giulia Luzi, Elodie, Alexia, Le Deva e ha collaborato con artisti come Jack Savoretti, Jovanotti, Tiziano Ferro, Alex Britti e molti altri.

Le cose è il tuo ottavo album. Rispetto ai precedenti lavori come lo collochi?

Avanti se devo pensare a una posizione. Perché ultimo e perché nato e cresciuto diversamente. Ma se devo pensare all’intimo, sempre nello stesso posto, in realtà, di dove sono tutti i dischi che ho fatto.

Come hai pensato alle collaborazioni di questo disco?

Non le ho pensate. Non per come si potrebbe immaginare. Sono tutte arrivate da una magia, da una cosa successa che ha portato all’idea. Ci sono molti aneddoti legati alle canzoni e a come gli ospiti sono arrivati a partecipare al disco, ero partito dicendo a tutti che non avrei voluto featurings.

Nel nuovo singolo Quando stiamo bene con Elodie canti “Come passa in fretta il tempo quando stiamo bene”. In quali momenti il tempo è passato in fretta per Zibba?

In questi quattro anni di certo. Ma non entrerei in questo discorso seriamente in un’intervista, ultimamente ho un rapporto molto passionale con il tempo.

In La traccia che finisce il disco dici che vorresti invecchiare in Toscana. Come ti vedi tra un po’ di anni?

Come ora. Magari più responsabile in qualcosa. Che produco ventenni e litigo con il tempo.

Della tua infanzia e adolescenza, invece, che ricordi hai?

Molto belli. Nessun trauma, famiglia normale. Sono stato coccolato dai miei che hanno creduto nella mia voglia di non fare altro che questo. Ho iniziato presto. Non ricordo la vita senza musica.

Quando ti sei scoperto cantautore? Ricordi la tua prima canzone?

Difficile da dire. A un certo punto ho deciso che avrei interpretato quel personaggio per un po’. Non ci sono stato nemmeno scomodo. Ma il mio ruolo nella musica non era quello. Mi ha divertito. Ma il mio rapporto con l’etichetta da cantautore non mi ha mai entusiasmato. Lo sono di fatto. Forse non più solo quello. La prima canzone l’ho scritta a otto anni e parlavo di guerra. Poi a tredici la prima esperienza in band e i primi sogni di rock ‘n’roll.

Nella canzone Un altro modo dici “E poi la musica ci salverà”. Per te cosa rappresenta la musica

La salvezza. L’ancora più forte. Il tramite per il piacere e la verità.

zibba

In che stato di salute versa la musica italiana secondo Zibba?

Ottimo. Si torna nei club, ci sono realtà nuove che magari non dureranno in eterno ma che stanno scrivendo canzoni che invece lo faranno. Sono felice di fare musica in questo momento.

Dei tuoi Sanremo che ricordi hai? Qualche aneddoto da raccontare?

Ottimi. Una bella edizione quella da cantante, con due premi portati a casa. E un sacco di amicizie fatte sul campo. Quella da autore è stata una bella cosa vissuta con molta serenità. Aneddoti ce ne sarebbero moltissimi. Mi piaceva fare da inviato al secolo ogni giorno e fare il report. L’ho fatto tutte e due le edizioni e mi piaceva un sacco.

Dei giovani in gara quest’anno sul palco dell’Ariston cosa ne pensi?

Non sono stato attento. Li vedrò sul palco. Preferisco. Alcune cose sentite, ammetto con distrazione, non mi sono piaciute molto.

Condividi con noi un episodio off legato ai tuoi esordi?

I miei esordi sono stati off per molti versi in decine di occasioni. E non ho smesso di sentirmi così nemmeno ora, alcune volte. Trovo sia necessario ogni tanto spegnersi o che qualcuno lo faccia, che ti spenga. Serve.

Dei talent musicali che idea hai?

Che quando sfornano talenti valgono un sacco e che negli ultimi anni hanno aiutato il mercato. Per il resto mai vista una puntata. Non mi interessano come show nonostante riconosca abbiano un valore.

A chi ti piacerebbe affidare un tuo pezzo?

Mi piace scrivere con altri artisti. Mi piace scrivere tanto e con qualcuno che possa stimolarmi e di cui sono fan. E oggi forse mi piacerebbe scrivere con Frah Quintale.

Ci puoi anticipare qualcosa del tuo tour che partirà il primo marzo all’Alcatraz di Milano?

La band. Andrea e Stefano che suonano con me da anni (Andrea da 22) e due nuovi acquisti, ovvero Dario Ciffo (Afterhours/Lombroso) e il giovane bassista Torinese Simone Rubinato.