Braccio teso, smartphone alla mano, un click e la propria immagine è pronta per essere diffusa sul web. Un divertente passatempo per i comuni mortali, un vero e proprio lavoro per le celebrities. Da Facebook a Instagram è un tripudio di selfie. Vallette, attori, attrici o semplici prezzemoline semi-sconosciute. Sono tutti pronti a conquistare la rete nelle pose più improbabili e innaturali: da chi si alza dal letto perfettamente truccata a chi pulisce casa senza un capello fuori posto o è alle prese con un workout ma è privo di sudore. Sempre fastidiosamente perfetti. E soprattutto Photoshoppatissimi.
Nasce così l’idea di Max&Douglas, di sfidare il narcisismo di cinquanta personaggi dello spettacolo, mettendo letteralmente alla prova la loro paura “di venire male”. Ma soprattutto sfidando la massima di Gérard Depardieu in Una pura formalità (1994), secondo cui “Non bisognerebbe mai incontrare i propri miti. Visti da vicino ti accorgi che hanno i foruncoli”.
La mostra B/Reflected non è però semplice scatto, si presenta come un lavoro che ricontestualizza la pratica del selfie e mette il soggetto a confronto con la propria immagine. Infatti B indica non il posteriore di Kim Kardashian continuamente selfato e condiviso, ma più aulicamente il lato meno conosciuto di se stessi; come dire, l’altra faccia della medaglia, la più autentica.
Ma soprattutto B è l’iniziale di Beyond nel senso di “oltre”, perché l’obiettivo dell’esperimento è proprio oltrepassare il solito clic posato.
Troviamo così uomini e donne famosi posti davanti a uno specchio, utilizzato dai fotografi come una sorta di barriera tra loro e il soggetto, che rimanda al protagonista della foto la propria immagine sia reale che percepita. Un gioco di contrasti tra identità pubbliche e private, oltre che di bianchi e neri.
I due fotografi Massimiliano Schenetti e Douglas Andretti non sono però nuovi nell’immortalare personaggi famosi. Numerose infatti le copertine realizzate dal duo negli anni per le maggiori riviste (Vanity Fair, GQ, Rolling Stones, Men’s Health, Wired)e celebri le loro esposizioni personali come MTV stills, serie di ritratti dei VJ della rete televisiva omonima, e SPORT’s , raccolta di scatti di sportivi italiani e stranieri.
La mostra, portata a Roma da Fondazione Exclusiva, e visitabile presso la sede di Area 81 fino al 17 luglio 2016 (ingresso libero), è stata realizzata con il patrocinio dell’ONU. Precedentemente esposta alla Triennale di Milano nel 2014, giunge ora nella culla del cinema italiano per continuare a far stupire e riflettere.
Dallo sguardo corrucciato di Diego Abatantuono a quello attonito e tristemente velato di Mario Monicelli, fino alla semplicità di Gabriele Salvatores e Fabio Cannavaro, quasi imbarazzati. I personaggi sono tutti spontanei, spiritosi, veri. A loro è stato chiesto di specchiarsi immortalando così un momento intimo, quello che di solito il personaggio famoso vorrebbe tenere per sé.
Un risultato del tutto opposto a quello che ci si aspetta da un autoscatto quindi, e una semplicità che avvolge la post-produzione, pura e basic: non ci sono pose studiate o espressioni calcolate, si tratta di ciò che sono, uomini e donne in primis e personaggi dopo. Dei foto-ritratti in cui al protagonista è restituito l’ambiguo potere di essere soggetto creativo e oggetto creato dell’immagine stessa. Ognuno aggira il proprio convenzionale narcisismo per scoprire uno nuovo che consente di osservarsi, studiarsi e sorprendersi accettando il rischio dell’imperfezione. Quindi scoperta e ri-scoperta dei lati dimenticati e nascosti del proprio Io -spesso smisurato trattandosi di personaggi pubblici- nel magico incontro del personaggio con la persona, dove la persona è spesso più fragile e tristemente imperfetta. Così lontani dal mito, così umani.












