Il paradosso di Pancrazio, romanzo eroicomico da hinterland

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Luigi PIstillo. Il paradosso di Pancrazio
Luigi PIstillo. Il paradosso di Pancrazio. Mursia, 2014

Prendete la rossa fino a Piazzale Loreto poi proseguite con la verde.
Oltre che nell hinterland milanese, siete entrati ne “Il Paradosso di Pancrazio” (Mursia-2014) il romanzo d’esordio dello scrittore Luigi Pistillo, campobassano di nascita, cresciuto a Milano.
Se fossimo vissuti nell’antica Grecia, qualcuno con un nome composto da “pan”=tutto, “kratos”=potenza, sarebbe stato sicuramente un eroe ma questa crasi nei tempi moderni non può che dare vita a un ragazzo simile alla parete chiassosa di dolciumi di un autogrill, insomma a Pancrazio, il figlio incolto, stralunato, ingenuo precario dell’elettrotecnico Biagiotti Carlo, detto “il filosofo” e di Biagiotti Giovanna, donna di estrazione popolare devota a Padre Pio.

Non c’è dubbio che Pistillo abbia disegnato un divertentissimo eroe del suo tempo, per dirla come Andrea G. Pinketts e Neuro Bonifazi rispettivamente nella prefazione e postfazione: “l’ingenuo Pancrazio”. Troverete l’eroe di Pistillo alle prese con un’estenuante rappresentazione di teatro sperimentale, con una maga televisiva, con un provino a luci rosse, con il mondo delle chat, con un diagnosta spaccaossa e, se ancora pensate di non aver riso abbastanza, con una serie di donne che davvero hanno ben poco a che fare con “la saggia Penelope”.

L’autore non manca d’ intercalare nella narrazione, dominata da una lingua asciutta e scorrevole, piccoli cenni di italiano aulico ed espressioni in slang milanese, come una specie di omaggio all’ormai tramontata milanesità popolare. La ricchezza di particolari, la vivacità espressiva e la curata suddivisione in scene, lasciano sperare in una trasposizione del romanzo in sceneggiatura per il grande schermo o per il teatro.