La prima e piĆ¹ evidente finalitĆ dellāautore ĆØ quella di mostrare la profonda natura rivoluzionaria di Duchamp, la sua spasmodica ricerca di smarcamento tanto dalla concezione capitalista quanto da quella comunista in temi quali: lavoro, arte, artista e utilitĆ .
Il Duchamp che emerge da queste pagine ĆØ un uomo conscio di sĆ© stesso (ma non per questo esente da contraddizioni) che esprime il grande rifiuto nei confronti del lavoro inteso come fonte di sopravvivenza. Duchamp rivendica in maniera perentoria il diritto allāozio inteso come diritto alla vita, piĆ¹ importante anche del lavoro dāartista proprio perchĆØ rifiuto concettuale ai numerosi ruoli che investono lāuomo nel corso della sua esistenza.
Nel corso del libro ĆØ evidente la critica di Duchamp, da un lato, allāambiguitĆ comunista persa a capire se lāemancipazione si ottenga ādalā lavoro o tramite esso e dallāaltro allāidea imprenditoriale del capitalismo legata alla crescita e alla fluttuazione del mercato, che suggerisce unāidea di libertĆ che tuttavia non ĆØ reale. E cosƬ Duchamp proclama lo sperimentare dellāazione oziosa come riconversione della soggettivitĆ , come possibilitĆ per nuove forme di esistenza.
Duchamp non ha bisogno di giustificare il diritto allāozio nĆ© di offrire qualcosa in cambio di esso, ma presenta invece un ideale di esistenza privo della concezione di possesso o proprietĆ .
Tuttavia questi sono solo ambiti di applicazione pratica, ciĆ² che preme a Duchamp e di conseguenza ciĆ² che preme rendere allāautore ĆØ la concezione filosofica, quasi spirituale che Duchamp ha sia della āvitaā che della ālibertĆ ā, tanto che in un passo del libro arriva addirittura ad affermare come la lentezza sia necessaria alle sue opere. āLavoro un paio dāore e poi mi prendo delle lunghe pause. Non potevo lavorare per piĆ¹ di due ore al giorno. Eā veramente impressionante lavorare tutti i giorniā.
Insomma Maurizio Lazzarato esanima lo scheletro e lāanima pulsante del pensiero duchampiano analizzando temi quali: il compromesso tra lāartista, lo spettatore (che ĆØ parte integrante del processo artistico) e il mercato. Attraverso la feroce critica al lavoro capitalista, cercando di detronizzare lāartista e tuttavia non conformandosi ai pensieri dadaisti e neo dadaisti. Analizzando le figure dallāanartista e dellāantiartista. Analizzando il concetto di movimento applicato allāarte, alla vita e alla produzione. Analizzando le idee di āplasmaticitĆ ā e āinfrasottileā, intesi come possibilitĆ di divenire, come concetti che sfuggono alle leggi della dimensione macro.
Ma soprattutto Lazzarato si sofferma sulla concezione di Duchamp circa il āreadymadeā utilizzato al contempo per ridimensionare lāartista e per staccarsi dalla monetizzazione dellāopera dāarte. Insomma un Duchamp che viene dipinto come un artista che mette in guardia il prossimo ālāartista non ĆØ mai conscio della propria operaā.
Un libro sintetico soltanto nel numero delle pagine che lo compongono ma che tuttavia impone una lettura attenta, seguita da una riflessione profonda e personale. Non sempre si sarĆ dāaccordo con Duchamp ma in nessuna riga lo si potrĆ ignorare. Un libro vivido, di personalitĆ . Un libro che segna unāaltra via, una possibilitĆ , niente di piĆ¹ ma niente di meno.
>Maurizio Lazzarato
Duchamp e il rifiuto del lavoro
edizioni Temporale
pp. 64, euro 8,00
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