Ieri tutti fratelli di Carlo (Giuliani), oggi tutti nipoti di Scelba, chissà magari bisnipoti di Bava Beccaris, e naturalmente figli di Gianni De Gennaro. E’ bello vivere in un paese con un’opinione pubblica forte, capace di analisi perspicue, in grado di esercitare una sana funzione di controllo sulla politica, come Democrazia vuole.
Meno di un mese fa arrivò il pronunciamento della Corte di Strasburgo sui fatti del 2001 alla caserma Diaz. Fu tortura, disse la Corte. E si aprirono le cateratte dei commenti modulati sul tema A.c.a.b: “all cops are bastard”, “tutti gli sbirri sono bastardi”. Una valanga di post su Facebook, legioni di tweet indignati. La frittura di paranza dell’opinione comune che però viene presa molto sul serio nell’era della twitpolitica. Vedi il caso del poliziotto Fabio Tortosa, sospeso dal servizio dopo aver scritto su Facebook che alla Diaz ci sarebbe tornato, e quelli di alcuni suoi colleghi che per un like a quello status hanno rischiato sanzioni e trasferimenti. E vedi il caso di Gianni De Gennaro, all’epoca dei fatti di Genova capo della polizia, oggi presidente di Fimeccanica. Matteo Orfini, ala scontenti del Pd, con un tweet ne chiese -senza successo ma con molto rumore e molto appoggio morale da parte di vari commentatori- la rimozione.
Ma tutto questo accadeva appunto un mesetto fa. Ora cambia tutto. Dopo il disastroso corteo noexpo di Milano, dopo le macchine incendiate, le vetrine fracassate, i giubbotti neri, le maschere antigas e le mazze lasciate per strada e il manifestante che racconta “volevo spaccare tutto”, il Paese la mattina del due maggio si è svegliato proexpo, anti-contestatori, filo-polizia. Il video con la signora infuriata che urla “sparategli in fronte” (si intende ai manifestanti) fa il giro delle bacheche. Molti contestano che alla polizia non venga data mano libera nella repressione dei disordini. Tutto questo mentre una sala del Senato è intitolata a Carlo Giuliani, uno che si stava lanciando su un carabiniere con un estintore. Eh sì, è bello vivere in un paese con un’opinione pubblica forte, capace di analisi perspicue, eccetera eccetera.