Con “La partita” ha firmato la sua prima regia per un lungometraggio. Francesco Carnesecchi si racconta a OFF.
Sei al debutto con il tuo primo lungometraggio. Che emozione provi?
Sono contento, emozionato e stanco. E’ stato un lungo viaggio, ma spero che sia solo l’inizio.
Un cast stellare con tutti nomi importanti. Come hai scelto attori del calibro di Francesco Pannofino, Alberto Di Stasio, Lidia Vitale, Giorgio Colangeli?
In base ai ruoli ovviamente. Man mano che scrivevo, i personaggi assumevano le loro fattezze, le loro personalità. Poi ho avuta una grandissima casting come Flavia Toti Lombardozzi che è riuscita ad esaudire tutte le mie richieste, e questo vale per tutto il cast, non solo per i protagonisti.
Com’è nata la storia de “La Partita”?
E’ un mash up tra esperienze personali e influenze cinematografiche. Volevo fare un western ambientato nel mondo del calcio minorile. Il campo in terra è il mio deserto. Poi come tutte le cose, mentre le fai un pochino cambiano, si evolvono. La Partita, per personaggi e struttura, viaggia tra la commedia e i film d’azione, sfrutta una partita di pallone per raccontare qualcosa di più profondo, con le lancette del tempo che corrono e alzano la tensione. E’ un film che gioca su vari piani narrativi e credo sia interessante da questo punto di vista perché ti lascia qualcosa su cui riflettere.
Come nasce la tua passione per il mondo dello spettacolo?
A me del mondo dello spettacolo non me ne frega niente. Mi piace il cinema. Quando si spengono le luci e si accende il fascio di luce in sala per me è sempre stata la cosa più bella del mondo. Fin da piccolo. Tutto il resto non mi interessa.
Durante il tuo percorso professionale ti sei mai detto “Ma chi me lo ha fatto fare?”
Tante volte. Ma poi subentra la passione, e quella supera tutte le fatiche.
Nei momenti più complicati, chi o cosa ti ha dato la forza per andare avanti?
In primis la passione. Poi gli affetti, gli amici. Per me i rapporti sono alla base di tutto. Non sono mai andato ad una festa per cercare lavoro.
Il luogo comune che proprio non sopporti del mondo dello spettacolo?
Non c’è nulla che non sopporto. Se una cosa non mi va di farla non la faccio.
A quali progetti ti stai dedicando?
Sto lavorando alla mia opera seconda, più di questo non posso dire al momento.
Il prossimo step della tua carriera che ti piacerebbe raggiungere?
Mi piacerebbe fare “cinema” di qualità. Che siano film o serie. La fruizione è in continua evoluzione ma il concetto non cambia.
L’episodio Off della tua carriera?
Beh direi che non c’è nulla di più assurdo di lavorare per tre anni ad un film e poi, a due giorni dall’uscita al cinema, dover avere a che fare con la psicosi del Coronavirus. Ahimè non è una cosa divertente perché ci sta danneggiando, ma che si può fare?! Anche questa è una partita da giocare. Come tutto, del resto.