Alla galleria Gli Eroici Furori di Milano è stata inaugurata Tell Laura I Love Her, la nuova personale di Gemello (Andrea Ambrogio), figura anomala e riconoscibile del panorama artistico italiano: rapper tra i più noti della scena hip-hop — fondatore di Truce Klan e In The Panchine — e al tempo stesso pittore diplomato all’Accademia di Belle Arti, con un percorso che integra musica, insegnamento e arti visive. La mostra presenta un nucleo di opere che ripercorre la sua ricerca pittorica recente, con diversi inediti.
Il progetto nasce come dedica alla madre, Maria Laura, da poco scomparsa. Il titolo, preso dalla ballad Tell Laura I Love Her, introduce il clima dell’esposizione: non un omaggio didascalico, ma un punto di partenza per leggere il rapporto dell’artista con la memoria personale e con la narrazione per immagini. La curatela di Flavia Vago e Beppe Treccia mantiene un’impostazione sobria, utile a far emergere la struttura interna delle opere senza sovraccarichi interpretativi.
L’identità di Gemello, segnata da una doppia appartenenza — l’estetica cupa e underground del Truce Klan da un lato, e l’immaginario più lirico della sua produzione solista dall’altro — è chiaramente riconoscibile nei dipinti. Le tele sono costruite come mosaici di frammenti: il soggetto principale, spesso un volto femminile o una figura isolata, non è mai dato in modo diretto, ma composto da un insieme di micro-scene e dettagli minuziosi. Da lontano domina una forma compatta, dai colori intensi e vibranti; avvicinandosi emergono paesaggi brulli, case solitarie, strade diritte o spezzate, fiamme, occhi, mani. Elementi che sembrano provenire tanto da un immaginario cinematografico neorealista quanto dalla tradizione del Surrealismo e della Metafisica.
Questa tecnica stratificata funziona come un dispositivo narrativo: ogni opera contiene più livelli di lettura, spesso indipendenti tra loro, che l’occhio ricompone solo gradualmente. Il risultato è un insieme di scene che sembrano muoversi, quasi animate, come se il quadro fosse la registrazione di un flusso mentale più che la rappresentazione di un soggetto definito. È un approccio che rispecchia fedelmente la poetica dell’artista, già evidente nei suoi testi musicali: attenzione al dettaglio, simboli ricorrenti, costruzione di atmosfere dove quotidiano e visione si sovrappongono.
Tra le opere esposte, i volti femminili sono i più significativi: inizialmente percepiti come ritratti malinconici, rivelano al secondo sguardo un tessuto interno fatto di disegni minuti, quasi un archivio personale tradotto in pittura. L’impatto cromatico, spesso marcato e psichedelico, crea un contrasto netto con il contenuto più introspettivo delle immagini.
L’opening ha mantenuto un’impostazione informale, in linea con la storia dell’artista. Il pubblico ha potuto assistere a un evento ibrido tra mostra e ritrovo urbano, tra quadri, musica e atmosfera street.
Tell Laura I Love Her offre una panoramica efficace sul lavoro pittorico di Gemello: un linguaggio visivo personale, costruito per accumulo, che utilizza simboli, segni e citazioni per comporre autoritratti indiretti e visioni frammentate. Una pittura che funziona come estensione naturale della sua scrittura musicale, mantenendo quella stessa densità immaginativa che da anni caratterizza la sua produzione artistica.












