Guardare al di là dell’arte della fotografia attraverso un percorso espositivo fatto di immagini che si intrecciano al mondo dei social network. Perché, in fondo, un post su Facebook non è altro che una fotografia del nostro essere, lo “stato” condiviso a cui rispondere con un “like”(o forse no) che suscita emozioni e reazioni digitali. Interagendo con gli altri. Dal libro “Oltrepensare” (Habanero, Erga edizioni, 2014), raccolta di foto e frasi che postava quotidianamente su Facebook, l’artista pugliese Giuseppe “Iosonopipo” Palmisano trae ispirazione.
La fruizione artistica, l’interattività con lo spettatore, le sfumature teatrali che contraddistinguono l’estetica dell’autore sono il frutto di un background attoriale, pittorico e poetico, che accompagna il suo stile espressivo. “Credo nell’indipendenza e nella possibilità che una ricerca artistica venga sostenuta, anziché dal sistema dell’arte, dagli stessi destinatari, da coloro che la recepiscono, la fanno propria e poi la restituiscono” spiega l’artista. Giuseppe Palmisano è diventato una star del web con la sua pubblicazione, attirando l’attenzione mediatica per il ciclo degli “svestiti”, corpi nudi o abbandonati ritratti in modo quasi surreale nelle abitazioni in cui hanno vissuto. Immagini di oggetti e corpi in mimesi, immortalati senza voler narrare storie, offrendo piuttosto una visione metafisica della fotografia, attingendo ad un passato fatto di teatro e poesia. E nell’intimità domestica, l’eclettico autore pugliese conduce per mano lo spettatore in un mondo in cui i corpi svestiti diventano essi stessi soggetti e oggetti della quotidianità: lampade, tavoli, molle di un materasso. Il tutto illuminato in modo naturale e pittorico, assolutamente senza concettualismi, in una visione essenziale di immagini e parole.
Con quelle piccole frasi di “Oltrepensare” – come il nome dell’ultima mostra di Palmisano, svoltasi a novembre scorso a Civita Castellana, in provincia di Viterbo, promossa da CiviTONICA 2016, con il patrocinio del Comune e di Art Ceram – che accompagnano gli scatti e che sono anche un invito a
lasciare andare i pensieri in libertà, così come le sensazioni più personali. Già nel 2015 Giuseppe Palmisano era balzato agli onori delle cronache grazie a numerosi siti stranieri che avevano re-bloggato le sue opere, dando vita ad una vera e propria corrente definita “l’erotismo dell’assurdo”, mentre nel 2016 ricongiunge teatro e fotografia con “ctrl+y”, performance che dopo il debutto nello spazio di “Atipografia” di Arzignano, diventerà residenza-studio con il nome “selenoamminoacido”. Così il viaggio artistico di Palmisano approda all’esposizione delle trentasei pose per i suoi ventisette anni, compiuti il 4 novembre, data scelta per il vernissage. Una formula matematica (a tratti simbolica) quella della mostra, che si riassume in 36×27=972, un numero che è il totale delle immagini che l’autore ha stampato e che è stato possibile acquistare.
E la sua arte, come ci suggerisce l’artista, sarà entrata in empatia con il mondo.











