I quadri chiacchieroni di Stefano Guerrera

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Stefano Guerrera non è più un liceale che scarabocchia vignette sui libri di storia dell’arte né tantomeno un fattucchiere o un critico d’arte ma è riuscito a far parlare i dipinti. Informatico pugliese, romano d’adozione, è divenuto un fenomeno del web dimostrando che con l’arte ci si può divertire. Nel 2013, su Snapchat, app che consente di inserire didascalie sotto le foto, ha dato voce ai primi due quadri, Il bacio di Hayez e La dama con l’ermellino di Leonardo Da Vinci. Una frase ironica in romanesco, a volte dissacrante, e i meme di Stefano hanno macinato like sino a spingerlo a creare su Facebook la pagina “Se i quadri potessero parlare” che a oggi ha oltre un milione di fan. Il passatempo goliardico è così diventato un lavoro: ha registrato il marchio, ha realizzato una collezione di tshirt ed è giunto in libreria con “Mai ‘na gioia. Il libro di storia dell’arte più pazzo de mondo” (BUR-Rizzoli, pp. 162, 9.26 Euro).

Una raccolta dei suoi “quadri parlanti” più esilaranti con risvolto didattico: ne specifica titolo originale, autore e anno. Con l’approvazione di critici e docenti universitari, Guerrera fonde così cultura classica e slang popolare scatenando la risata erudita tra i giovani. Dando sfogo all’emozione trattenuta sul volto di dipinti più o meno famosi.