O bbbello, ciao ciao. L’acqua non sa più di sale Marino

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Il vigile Ignazio Marino

O bbello, ciao ciao. Caduto, crollato e franato, il sindaco di Roma,  lo stupefatto ed esterrefatto Marino, è scivolato sulle stupide bucce di banana da lui stesso inopinatamente gettate sul cammino. 8 ottobre, si consuma l’estinzione del Campidoglio, dopo quella dello Stato dell’8 settembre. Più che liberata, Roma è città aperta in parte commissariata.

O bbello, ciao ciao. Il retroscena parte da un drammatico Gran Consiglio democratico, dove ha prevalso l’ordine del giorno (dal titolo esplicato Roma merda) dell’assessore Esposito che si è dimesso pretendendo di fare della Juve, squadra veltroniana per eccellenza, il team ufficiale capitolino.  

O bbello, ciao ciao. Caduto il sindaco da spiaggia, è opportunamente scomparso anche il suo sponsor, l’ala gay professional Pd di Scalfarotto. Non prima di sibilare che il partito di Renzi sarà asfaltato dal voto dei romani che non scordano che tra un cambio di logo e l’altro, un’occupazione che dura da 40 anni. Il presidente Orfini, ed altri romani che non conoscono la città, si sono detti fiduciosi di imbucarsi dietro il costruttore Marchini, oppositore più dialogante dei lanzichenecchi grillini.

O bbello, ciao ciao. La Figuraccia Capitale prefigura invece dopo il capolinea del Marino anche quello del governo Renzi. Le fronti basse da burocrati, le teste prematuramente calve e le barbe vispe dei convenuti si sono confrontate, fissando games sui tablet, nell’attesa di un lampo dal duce. Quando lo scanner  ha sputato scontrini accusatori antimarineschi dall’inconfondibile logo gigliato in alto a sinistra, è stato chiaro il verdetto.

O bbello, ciao ciao. Prima di portare al podestà prefettizio la decisione da comunicare all’Ignaro, che nessuno voleva più vedere, hanno addossato ogni colpa al solito essere marziano di comodo, per un terzo fascista degli anni’50, un terzo bandito della magliana anni ’70 e per un terzo mafioso alla Ciancimino anni ’80. Un cartoon che riscontra da tempo notevole successo nei film, sui media e nei tribunali. Esattamente come al tempo delle purghe staliniane piacevano molto le imputazioni da giudaico-trotskisti-fascisti-sabotatori-canidellaborghesia-hitleriani-spiealsoldodell’imperalismoangofrancese.

O bbello, ciao ciao. I nuovi Cassio Orfini e Bruto Giacchetti sono rimasti sorpresi dal Marin-Antonio, che sulle spoglie della  20° giunta dimessa, ha improvvisato un discorso ai Romani, agli Investitori ed ai Ristoratori.Grandi invettive antisemite per la trappola scattata nell’ultima cena con il vino israeliano da 80 euro. Il marziano, che voleva l’opposizione nelle fogne, è caduto ben più in basso, tra i  reperti ancora da scoprire.

O bbello, ciao ciao. Sottoterra, il Sottomarino non si è accorto dello spazio buio e deserto, abituato a guardare di traverso per evitare lo sguardo dell’interlocutore. Lì ha farneticato di solida giunta, lui che ha nominato e cacciato 100 assessori e mille dirigenti. Di bilanci in pareggio in una città senza bilanci e senza soldi per il giubileo. Di ricchi investimenti stranieri in una città sotto anarchia depressa.

O bbello, ciao ciao. Altre panzane marinate, come gli scontrini negati e poi pubblicati sul sito capitolino, gli inviti presso re e papi inventati, mille viaggi  in cento mesi, le divise strette da toyboys imposte ai vigili coartati sulle biciclette, i sanpietrini coperti di bitume o divelti per pavimentature opache periferiche, i parcheggi abusivi della sua pandarossa. 

O bbello, ciao ciao. Si è detto solitario combattente della speculazione e della mafia, proprio unico uomo d’onore. Convenendo di non essersi mai accorto del malaffare di tutti i partiti incluso il suo. Ha millantato sostegno del governo che poi ha ha smentito. Ha confuso consociativismo e compromesso storico. Si è fatto merito di portare Roma parte civile al processo contro se stessa.

O bbello, ciao ciao. Mentre dalle catacombe scheletri secolari infastiditi se ne andavano, ancora ripeteva di essersi dimesso ma anche sospeso per 20 giorni. Di voler bonificare l’agro marino. Di controllare il vento marino, la salificazione dell’acqua e le fontane che danno vino. Di essere sindaco ma non umano. Di divertirsi ma di non esistere. 

O bbello, ciao ciao. Guarda Marino, quanto mi diverto