La cornice è Villa Clerici, straordinaria dimora settecentesca immersa in un giardino che sembra trattenere ancora echi di quiete aristocratica, oggi sede della GASC | Galleria d’Arte Sacra dei Contemporanei. Non un museo qualunque, ma un luogo che custodisce una delle raccolte di arte sacra del ’900 e contemporanea più ricche e significative in Italia: oltre tremila opere di maestri come Gino Severini, Giacomo Manzù, Floriano Bodini, Felice Casorati, Aligi Sassu, Kengiro Azuma e tanti altri.
È qui che prende forma INNESTI 25, fino al 19 ottobre 2025, quinta edizione di un progetto espositivo che fa della relazione tra il patrimonio permanente e la ricerca contemporanea la propria cifra distintiva. Curata da Luigi Codemo, direttore della GASC, la mostra è realizzata in collaborazione con Isorropia Homegallery e propone opere di Luca Coser, Piermario Dorigatti, Leo Ragno e Milena Sgambato.
La logica dell’“innesto” è chiara: inserire, senza forzature, voci nuove dentro un contesto stratificato, permettendo che il confronto con la tradizione generi tensioni, contrasti, risonanze inattese. Nei saloni di Villa Clerici, i 15 lavori presentati – in gran parte inediti – si dispongono accanto a dipinti e sculture del percorso museale, diventando eco e interrogativo al tempo stesso.
Come sottolinea Codemo, «i modelli della tradizione iconografica sacra costituiscono una memoria da evocare e da rielaborare radicalmente». Così, nei sei Ritratti di Sante di Luca Coser le figure emergono come apparizioni sottili, sospese tra storia e dissolvenza pittorica; Leo Ragno riprende Crocifissione, Deposizione e Risurrezione per portarli al limite dell’astrazione, fino al collasso della forma in puro segno e colore; Milena Sgambato piega le iconografie evangeliche in narrazioni oblique, che destabilizzano senza svuotare la tradizione; mentre Piermario Dorigatti affida alla materia pittorica una presenza assoluta, solare e perturbante, insieme luminosa e minacciosa.
La mostra rinnova una delle vocazioni più autentiche della GASC: fin dalle origini, negli anni ’50, Villa Clerici si è configurata come un cenacolo aperto a quegli artisti che intendevano confrontarsi con il tema del sacro. Oggi, attraverso iniziative come INNESTI, questa missione continua a evolversi, chiamando a raccolta sensibilità diverse per restituire al pubblico la vitalità di un tema troppo spesso confinato nel passato, ma che qui si rivela ancora generativo.
Con INNESTI 25, Villa Clerici riafferma il suo ruolo non solo di custode di memoria, ma di laboratorio vivo, dove la sacralità si reinventa attraverso lo sguardo del presente.

















