Ad un primo distratto ascolto Ci whatsappiamo, l’ultimo singolo di Luca Napolitano, può apparire la solita canzonetta estiva, allegra e senza troppe pretese. Se però si presta attenzione al testo si capisce subito che non è così, e l’immagine che si materializza è quella di chi con il sorriso sulle labbra pronuncia le parole più terribili. Perché dietro quei ritmi spensierati che invitano al disimpegno c’è la fotografia nitidissima della società social. «C’è un’applicazione che pensa al posto mio/ sorride al posto mio/ fa sesso al posto mio» canta l’ex concorrente di Amici, che racconta l’amore all’epoca delle chat. «I cambiamenti prodotti dall’abuso dei social network sono sotto gli occhi di tutti, e riguardano non solo le nuove generazioni. Dalla modella che nega di usare Photoshop ai locali con esposto il cartello ‘Non abbiamo il wi-fi, parlate tra di voi’ mi sono divertito a descrivere questo nuovo mondo. E dire che ho scritto il pezzo prima degli incidenti causati da Pokemon Go, a cui altrimenti avrei accennato». Prodotto dalla Clodio Management, il brano anticipa il prossimo album del cantautore campano, in uscita entro il 2017. «Mi piace considerare questo disco come un libro che racchiuderà una decina di capitoli, come definisco le canzoni, scritte tutte da me insieme a Francesco Ciccotti». «Vi si troverà un Luca 3.0» annuncia, alludendo alla sua crescita artistica. Sono passati otto anni da quando conquistò il terzo posto nel talent show della De Filippi e cinque da Fino a tre, il suo secondo lavoro discografico. «Ad Amici devo tutto, è stata una palestra in cui ho combattuto contro la mia timidezza. Dopo il programma sei catapultato in un vortice e non sempre raccogli l’energia necessaria, che ad un certo punto ho perso». Quest’album si preannuncia diverso anche perché nel frattempo
Luca si è avvicinato ad un nuovo strumento: «Ho cominciato suonando il pianoforte, poi, grazie ad una mia fidanzata, ho conosciuto il sassofono. Ora ho invece scoperto la chitarra, che ha cambiato il mio mondo musicale e l’approccio alla scrittura». Mozart, Bolton, Sinatra sono tra i riferimenti del trentenne di Avellino, che ascolta qualsiasi genere per avere una visione musicale completa. «E’ stata la mia famiglia a trasmettermi questo amore per la musica». Ci si aspetterebbe una famiglia di artisti, e invece la mamma è insegnante di lettere, il padre ed il fratello avvocati. «Anche io sarei potuto finire dietro una scrivania, avevo cominciato a studiare Economia Aziendale. Ma non vedo la mia vita senza la musica, un lavoro ma soprattutto la mia passione, il gioco più grande».