Il patrimonio culturale sommerso del Mediterraneo si rilancia per offrire al viaggiatore un’esperienza nuova nel segno dell’archeologia. Si rilancia dalla Borsa mediterranea del turismo archeologico di Paestum (Bmta) con la richiesta al Consiglio d’Europa di collegare i siti archeologici subacquei della Calabria (Capo Rizzuto), Campania (Baia nei Campi Flegrei e Parco della Gaiola a Napoli), Puglia (Egnazia, Isole Tremiti, San Pietro in Bevagna) e Sicilia (Egadi, Pantelleria, Plemmirio e Ustica) con Alessandria d’Egitto, Pavlopetri e Peristera in Grecia, Caesaria Maritima in Israele e Kizlan in Turchia nell’ottica di fare rete per raggiungere un obiettivo comune: far crescere l’economia locale ed attingere a nuove opportunità di sviluppo.
La richiesta di entrare a far parte della rete degli itinerari culturali europei “Mediterranean Underwater Cultural Heritage” nasce proprio con l’obiettivo di mettere in luce le potenzialità del turismo archeologico sommerso che può offrire al viaggiatore, soprattutto giovane, un’esperienza inedita nel segno di conoscenze del patrimonio sommerso, un segmento ed una risorsa nuova da sfruttare per sviluppare un tipo di turismo responsabile. La certificazione di itinerario europeo risponde tra l’altro alle attività e ai progetti innovativi richiesti dal Consiglio d’Europa nel quadro dei cinque settori d’azione prioritari e strategici per lo sviluppo locale: cooperazione in materia di ricerca e sviluppo; valorizzazione della memoria, della storia e del patrimonio europeo; scambi culturali e educativi per i giovani europei; pratiche artistiche e culturali contemporanee; turismo culturale e sviluppo culturale sostenibile.
Le autorità museali e dei parchi sommersi partono dalla considerazione che ci sono ancora pochi itinerari o aree archeologiche subacquee attrezzate e fruibili al pubblico, sia in Italia che nel Mediterraneo. A dire il vero sono molti i siti archeologici subacquei meta di visita, anche guidata, da parte dei diving club locali, ma si tratta di luoghi non tutelati e, comunque, privi di alcuna segnaletica e organizzazione didattica propedeutica alla visita. La richiesta di certificazione al Consiglio d’Europa di un Itinerario Culturale Europeo ha, dunque, l’obiettivo di mettere in luce le potenzialità del turismo archeologico subacqueo per lo sviluppo locale delle tante destinazioni, anche lontane dalle località più note, che richiedono nuove offerte turistiche nel segno della tutela, delle esperienze autentiche e della sostenibilità.
La candidatura nasce da un’intuizione di Ugo Picarelli, direttore e fondatore della Bmta: “L’itinerario va a colmare un vuoto, dal momento che tra i 45 attualmente certificati non ce n’è uno dedicato all’archeologia. Grazie all’archeologo Sebastiano Tusa, che nel 2004 ha istituito la Soprintendenza del Mare in Sicilia, ho compreso le grandi potenzialità di sviluppo turistico ed economico offerte dal patrimonio sommerso. La Sicilia vanta 23 itinerari in 16 località, frutto del grande lavoro di Tusa, ma è manchevole sul fronte dello sviluppo dei servizi turistici integrati nelle località di interesse per cui, almeno per adesso, non può offrire un vero prodotto turistico”.













