Marina Previtali, quando la pittura è pittura

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Milano Ponte della Ghisolfa, 2025, tecnica mista su carta intelata, cm 40x50 - Copia

La pubblicazione Marina Previtali. Milano messa in opera, a cura di Lorenzo Valentino (168 pagine, Silvana Editoriale, dicembre 2025) si configura come un catalogo critico di forte densità concettuale. Attraverso ricci apparati iconografici e contributi testuali, il volume supera la funzione documentaria per proporsi come strumento di riflessione sul lavoro di Marina Previtali con uno sguardo (anzi, una pluralità di sguardi) su Milano, “la città che sale” per dirla con Boccioni. Pensato per un pubblico interessato a un approccio rigoroso e articolato alla pittura, il libro costruisce un percorso stratificato che mette in dialogo immagini, testi e suggestioni interpretative.

Nel volume, Marina Previtali emerge attraverso circa quaranta opere che non si limitano ad accompagnare il testo, ma ne costituiscono il cuore pulsante. La sequenza delle immagini scandisce un itinerario visivo dove il colore, la composizione e la forma si fanno sintesi di una ricerca che la pittrice conduce da decenni nell’ambito della rappresentazione urbana e oltre. Previtali non dipinge meri scorci: utilizza la tela come spazio di interrogazione e di tensione emotiva, dove ogni veduta urbana diventa occasione per esplorare i rapporti fra memoria, presenza e assenza, tra densità della materia e leggerezza del segno.

Il progetto di Lorenzo Valentino è ambizioso: la scelta di raccogliere una moltitudine di voci – da Jacqueline Ceresoli a Ivan Quaroni, da Marco Meneguzzo a Martina Corgnati, Elena Pontiggia: tantissimi i critici e operatori del settore chiamati a raccolta, – non indulge in un’autoreferenzialità sterile, ma disegna una trama di relazioni che dialogano con il lavoro pittorico di Previtali. Queste testimonianze, pur nella loro eterogeneità, operano come specchi che riflettono e amplificano frammenti di senso dell’opera, consentendo una lettura polifonica e critica della pittura contemporanea.

La struttura del libro obbedisce a un criterio di contaminazione narrativa che evita gerarchie rigide tra testi e immagini: ogni contributo dialoga, riflette ed espande la percezione dell’opera di Previtali in campi concettuali diversi. In questo senso il catalogo si configura come laboratorio di idee, un terreno di confronto dove linguaggi disciplinari apparentemente distanti si intrecciano per restituire un quadro sfaccettato della pratica pittorica.

Dal punto di vista della scrittura critica, il libro non si accontenta di encomi e affermazioni celebrative. Se dici  “Marina Previtali” dici “materialità del colore”, dove la costruzione dello spazio porta a una tensione tra figurazione e astrazione: gli scenari pittorici non sono mai descrittivi in senso letterale, ma si insinuano nella percezione come immagini capaci di evocare e problematizzare il reale.

Marina Previtali. Milano messa in opera risponde a una necessità esplicita: dare conto di un percorso artistico lungo e coerente, e offrire al lettore gli strumenti per misurarsi con una pittura che sfugge a facili categorizzazioni. Pubblicato in un momento storico in cui la pratica artistica è sottoposta a dinamiche di mercato e spettacolarizzazione, il volume propone un’alternativa critica, per cui l’opera d’arte resta terreno di esperienza e riflessione.

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