Simonetta Chierici: acquerelli, collage e sogni di carta

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Simonetta Chierici nata a Noceto (Parma), vive e lavora tra Milano e la Riserva dello Zingaro in Sicilia, artista e biologa ambientale che ha collaborato con Enti Pubblici in materia di Salute e Ambiente, appassionata di giardinaggio. Dopo aver conseguito una specializzazione post- laurea in Conservazione della natura e Pianificazione ecologica territoriale, incentra la sua ricerca sulla protezione della Natura, anche nell’ambito artistico. L’arte della natura fa parte di lei, ha sempre dipinto e ha frequentato un laboratorio di un orafo scultore (Davide de Paoli) imparando a produrre gioielli in materiali preziosi e semipreziosi (oro, argento, titanio, rame), e in seguito ha sperimentato le tecniche della produzione ceramica presso l’atelier di una importante ceramista (Gabriella Sacchi).

L’acquerello è la sua grande passione, una tecnica apparentemente semplice scelta per la sua trasparenza, luminosità e potenziale espressivo. Ha frequentato corsi di acquerello presso importanti maestri milanesi e stranieri. Da molti anni è socia dell’Associazione Italiana Acquerellisti, di cui è stata Presidente dal 2014 al 2019. E’ socia della Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente di Milano, della cui Commissione Artistica ha fatto parte nel 2021 – 2022.

I suoi laboratori estivi di acquerello per 18 anni presso la Riserva Zingaro (Trapani), hanno formato generazioni di acquarellisti, frequentati da bambini delle scuole materne ed elementari a cui ha insegnato le tecniche dell’acquerello. Le sue opere sono presenti in musei, biblioteche, Fondazioni e collezioni private. Tra i suoi acquarelli spiccano collage- mosaici di carta, libri d’artista che sarebbero piaciuti a Mary Delany (1700-1788), artista e intellettuale interessata alla botanica nota per i suoi fiori ritagliati nella carta, autrice di “ I dieci volumi di Flora della signora Delany”, oggi conservati al British Museum.

Quando e perché hai scelto l’acquerello, il tuo principale strumento di lavoro?

E’ stata una scelta obbligata 37 anni fa dall’arrivo di mio figlio, la cui presenza non mi consentiva di frequentare laboratori esterni e utilizzare in casa sostanze dannose, come i diluenti per i colori ad olio, ecc. L’acquerello si è proposto da sé come la tecnica più pulita, e in seguito tale pulizia mi ha completamente conquistato, insieme alle caratteristiche di trasparenza e luminosità,

Non riesco più ad utilizzare colori coprenti, mi tolgono il respiro, mi sento costretta.

Da sempre sei attratta dalla natura, infatti hai scelto biologia ambientale, perché ti affascinano le piante e in particolare i dettagli formali delle foglie di terra e quelle che si riproducono nell’acqua?

Tra i vari regni in cui sono suddivisi gli esseri viventi, la Flora è sempre stata quella di maggiore interesse per me. Esseri silenziosi, misteriosi, fondamentali per tutto il resto delle forme di vita sulla terra, di cui si è cominciato a parlare in modo più diffuso solo da pochi anni, grazie ad agronomi e filosofi che ne hanno rivelato e sostenuto la peculiarità, l’intelligenza e la capacità di comunicazione, nonché la stretta correlazione con tutti gli altri viventi.

E poi mi piace la bellezza delle foglie, dei tronchi, delle radici, i loro colori, la moltitudine di soluzioni formali che la Flora ci riserva.

L’Acqua è un discorso a parte. Evoca in me sensazioni ancestrali. Potrei immaginare cosa pensavano i primi esseri viventi che si muovevano nei brodi primordiali e quelli che iniziavano ad uscire dall’acqua per conquistare le terre emerse.

Da quanto tempo sperimenti il collage e quali orizzonti ti apre questa tecnica introdotta da Braque e Picasso nel 1912?

Negli ultimi 15 anni ho iniziato a utilizzare la tecnica del collage e a costruire libri di artista, anche per superare la bidimensionalità dei fogli di carta ed espandermi nello spazio. Sperimento il collage sia per i supporti, che per le carte ed i colori.

Alcune opere a collage ed acquerello sono state delle svolte importanti per il mio lavoro. Ad esempio Terra e cielo, La notte di S. Giovanni, Osservazioni naturalistiche, Il Prato.

Sei nota per libri d’artista o Leporelli in cui racconti storie sull’ambiente attraverso i colori del mare e della terra, delle piante, fiori, foglie e meduse, a quale grande libro sulla Natura stai lavorando, contro l’Antropocene ?

Sto completando un progetto dal titolo “Verde, il mio amico immaginario”, iniziato alcuni anni fa, che comprende un grande libro origami 50 x 50 cm (aperto 150 x 150 cm) sulla funzione imprescindibile che le piante svolgono nel produrre, con la sintesi clorofilliana, energia per tutto l’insieme degli esseri viventi e tanti piccoli libri origami 18 x 18 cm su singole piante che mi sono particolarmente vicine, in quanto ospiti del mio terrazzo milanese.

Sei una figurativa sui generis, in quali lavori hai scelto l’astrazione?

Non mi sento figurativa. Mi muovo in un ambito sospeso tra figurazione astrazione popolato da figure iconiche che sempre lanciano i loro messaggi. Se mi lancio nell’astrazione i temi trattati sono molto introspettivi, di riflessione sul senso delle cose che faccio e che mi circondano. Anche quando dipingo foglie, piante e fiori non ho lo scopo della raffigurazione botanica, dell’acquerello naturalistico classico. Inserisco questi lavori in un contesto più complesso dove si sottolinea la biodiversità e la necessità di tutelarla e mi iscrivo in un fine filosofico e militante per la conservazione della Natura.

Che materiali utilizzi e quali colori preferisci?

Uso colori di diverse case produttrici, di elevata qualità che diano garanzia di durata nel tempo e che offrono gamme di colori molto belli. Da tempo uso largamente i colori granulanti. Mi piace l‘effetto materico sulla carta pur mantenendo la trasparenza. Per alcuni anni ho prediletto i colori proposti dall’Arteterapia per i problemi neurologici (Verde Viridian, Magenta, Blu Ultramarino), che sono molto luminosi, al centro dello spettro della luce, che spingono verso una visione positiva del mondo. Ma il mio colore preferito resta l’indaco, profondo, denso, carico di succhi concentrati di Mediterraneo

Per la carta scelgo carte diverse a seconda dell’effetto che voglio ottenere. Le più usate da me son la carta Arches a grana fine e grossa e la carta a mano di Fabriano, 100% cotone e di peso tra i 300 e i 640 g/m2. La sola carta è già un bellissimo oggetto di per sé.

Per la sperimentazione ho comunque usato carte di diversa natura e spessore (carte di riso, carta velina, carta lucida da manifesto, ecc.).

Qual è il tuo sogno?

Vorrei che le mie opere fossero messaggere dell’importanza di conservare e tutelare l’Ambiente, come unica e imprescindibile Casa dello Splendido Insieme degli Esseri Viventi, avendo nel contempo abbandonato le guerre e conquistato la pace.

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