Marco Columbro: 50 anni di sorrisi e sfide tra TV e teatro

0
screen da video

Pubblichiamo uno stralcio dell’intervista di Massimiliano Beneggi a Marco Columbro pubblicata su CulturaIdentità

Il solo nominare Marco Columbro evoca immediatamente allegria e ricordi felici. La mente corre a tempi spensierati, costellati di programmi iconici come “Paperissima”, “Buona Domenica”, “Bellezze al bagno”, “Tra moglie e marito” e “Scommettiamo che?”. Columbro, formatosi in teatro con Zuzzurro e Gaspare e poi con Dario Fo, ha fatto il suo esordio televisivo a “Fantastico” nel 1979. Nel 1981 ha debuttato come conduttore in “Buongiorno Italia” su Canale 5, dove si è fatto conoscere anche come la voce inconfondibile di Five. Oggi, è un volto familiare di Business24 e rimane amato dal pubblico italiano, come dimostra l’applauso più caloroso ricevuto ai Telegatti nel 2001, quando fece il suo ritorno dopo un’esperienza drammatica causata da un aneurisma cerebrale.

 

La cosa di cui sei più orgoglioso di questi 50 anni di professione?

Ho sempre accettato le sfide, vedendole come stimolo: sin da quando feci un programma televisivo al mattino, una cosa che fino ad allora non esisteva. Eppure facemmo oltre un milione di ascolti: numeri pazzeschi. E pensare che quando entrai a Mediaset credevo di rimanervi al massimo due anni…

Invece…

Invece dopo le prime puntate di “Buongiorno Italia”, i miei amici mi dicevano: “Sei simpatico, ma reciti, non sei te stesso”. Capii che dovevo fare un salto di qualità, abbandonando l’attore per essere me stesso, con qualità e difetti. Compresi che era importante tirare fuori ciò che avevo dentro, comprese le emozioni nei momenti più significativi. Divenne la mia vita.

Con la popolarità crebbe anche la tua responsabilità nei confronti del pubblico.

Certo, tutti si aspettano sempre che tu tenga quella stessa qualità. Questo a volte non mi faceva dormire la notte: ogni spettacolo era un punto interrogativo. Con Lorella (Cuccarini, ndr) però i dubbi sparivano: accettavamo subito, perché diventammo una coppia così abituata a lavorare e divertirsi insieme, che sapevamo di poter trasmettere tutto questo al pubblico.

LEGGI L’INTERVISTA COMPLETA SU CULTURAIDENTITA’