Quando si hanno solo 18 anni non è da tutti aver già vinto 9 concorsi internazionali di musica, essere nominati Alfiere della Repubblica e, a distanza di due mesi, venire citati su Forbes tra i maggiori talenti musicali italiani under 30. Ma ci è riuscita la pianista milanese Ginevra Costantini Negri, un enfant prodige dalla smisurata passione per Rossini, di cui ha recentemente dato prova a un concerto per Piano City Milano.
Come è nata la tua passione per la musica?
La mia passione è nata quando avevo 4 anni; eravamo a Parigi, e mio padre era tornato a casa con un giornale al quale era allegato Le Nozze di Figaro di Mozart. Mia madre lo mise sul computer per riprodurlo, e io fui subito rapita, tanto che dopo una settimana sapevo l’opera a memoria. In seguito la mia passione è cresciuta sempre di più, soprattutto con la Cenerentola e Il Barbiere di Siviglia di Rossini; a 7 anni ho iniziato a suonare il pianoforte, e da lì ho continuato.
Cos’hai provato prima quando Mattarella ti ha nominata Alfiere della Repubblica e poi quando Forbes ti ha citata?
Sono state entrambe cose inaspettate, non avrei mai potuto pensare di raggiungere questo risultato. Ero molto emozionata per l’onorificenza da Alfiere della Repubblica, tanto che durante la cerimonia ero talmente nervosa che mi tremavano le mani, mi dicevo ‘meno male che non devo suonare’. Per Forbes è stato un onore essere inserita assieme ad artisti che rappresentano delle leggende della musica di oggi.
Cosa pensi della scena musicale milanese?
Milano secondo me oggi è una delle città più vivaci di tutta Europa. È il posto adatto per andare a sentire concerti di musica classica, anche perché ci sono delle stagioni veramente incredibili. Pensiamo anche al Conservatorio Giuseppe Verdi, dove ci sono un sacco di grandissimi artisti, e ovviamente c’è La Scala, il teatro che tutti amerebbero frequentare.
Vuoi raccontarci un episodio OFF della tua carriera?
Un giorno sono andata a sentire un concerto di un direttore d’orchestra famoso, Diego Fasolis, al LAC, un auditorium di Lugano, che con Martha Argerich (celebre pianista svizzera, ndr) suonavano Beethoven. Alla fine dello spettacolo, io che ero in prima fila speravo di conoscere la Argerich, di cui sono una grande fan, e il direttore d’orchestra, che avevo conosciuto alla Scala ed è una persona squisita, poco prima di uscire mi ha guardato e ha detto: ‘Sali’. Così si è vista una figura nera, perché ero tutta vestita di nero, che saliva sul palco a stringere la mano a Martha Argerich. È stato un momento molto irreale, perché non me lo sarei mai aspettato.
Per concludere, quali sono i progetti per il futuro?
Ho appena finito di registrare concerto di Fa maggiore di Giovanni Paisiello il cui CD potrebbe uscire in autunno. Mentre il 31 maggio mi esibirò al Festival Trame Sonore di Mantova con una formazione cameristica.











